Il Governo sta pensando all’introduzione di premi e bonus per chi resta al lavoro pur avendo i requisiti utili per andare in pensione.
Con tutta probabilità, nel 2025 non assisteremo a una riforma delle pensioni, quanto più a una riconferma delle misure già in vigore, a partire da Quota 103 e degli altri sistemi di anticipo pensionistico.
Tuttavia, seppur si sperava in misure più favorevoli per lasciare il mondo del lavoro, bisogna fare i conti con una realtà ben diversa. Si sta pensando bene di allungare l’età lavorativa, per ora su base volontaria, proprio attraverso l’offerta di incentivi.
Il Governo punta ad allungare l’età per lasciare il lavoro
Nel 2025, cambierà poco o nulla sulle pensioni. Si tratta, per il momento, di quanto è trapelato dalle ultime intenzioni del Governo. Molte misure potrebbero essere prorogate: parliamo di Quota 103, Opzione donna e, probabilmente, anche l’Ape Sociale.
La cornice dei conti pubblici sembrerebbe essere molto stretta per i prossimi anni e l’intenzione del Governo è quella di allungare l’età per lasciare il lavoro.
Non si porrebbe come un obbligo o un nuovo tetto che andrebbe a sostituire il requisito dei 67 anni d’età, piuttosto come una decisione da lasciare prendere autonomamente ai lavoratori.
Durante le scorse settimane, ha fatto anche discutere la possibilità che avranno i lavoratori pubblici nel lasciare il lavoro a 70 anni.
Il Governo, quindi, punta a incentivare il più possibile i lavoratori a restare al lavoro, pur avendo già maturato i requisiti necessari per andare in pensione.
Come si legge nel documento di Bilancio, l’allungamento della vita lavorativa è una necessità. Soprattutto nel caso del pubblico impiego, la previsione è quella di superare l’obbligatorietà di ingresso in quiescenza.
L’imperativo resta solo uno: far quadrare i conti. La spesa pensionistica è in crescita, il calo delle nascite ha causato la perdita di 1,8 milioni di lavoratori in 10 anni. Una situazione complessa e fragile perché con meno forza lavoro c’è il serio rischio di non riuscire a pagare gli assegni a chi è già in pensione.
Premi e incentivi per chi resta al lavoro
L’ipotesi è quella di incentivare i lavoratori a lasciare il lavoro dopo il compimento dei 67 anni d’età. Quindi, si prevede un premio o un bonus a tutti coloro che, pur avendo maturato i requisiti per la pensione di vecchiaia, decidono di continuare a lavorare qualche anno in più.
Si tratta di una decisione che i lavoratori dovranno prendere su base volontaria, seppur con qualche incentivo.
Ricordiamo che è stata presentata una proposta molto simile per i lavoratori pubblici, qualche settimana fa. L’obiettivo era quello di trattenere gli statali in servizio e farli andare in pensione a 70 anni dal 2025. Anche in questo caso, si parlava di una scelta su base volontaria.
Ancora non sappiamo quali saranno, effettivamente, questi premi. Inoltre, almeno per ora, si tratta solo di ipotesi.
Uscita anticipata dal lavoro: verso una conferma delle pensioni anticipate
Più che una riforma vera e propria del sistema pensionistico, nel 2025 possiamo aspettarci una riconferma di alcune misure attualmente in vigore che permettono l’uscita anticipata dal lavoro: Quota 103 e Opzione donna. Il Governo, d’altra parte, non ha ancora scoperto tutte le carte in tavola e di certo c’è ben poco.
Tuttavia, salvo colpi di scena finali, per il 2025 dovrebbe essere confermata Quota 103. Nel 2024, la misura ha subito una stretta, a causa del ricalcolo contributivo dell’assegno e il tetto pari a 4 volte il trattamento minimo INPS fino a 67 anni.
Dovrebbe procedere alla riconferma, senza troppi intoppi, anche Opzione donna. Già nel 2024, la formula ha subito una stretta importante, con l’aumento del requisito anagrafico a 61 anni.