Le ultime notizie di oggi 2 ottobre 2024 parlano di altri combattimenti nel sud del Libano fra Hezbollah e l’esercito israeliano. Le truppe dell’IDF sono impegnate in combattimenti contro i miliziani sciiti e le loro postazioni, mentre la popolazione libanese riceverà aiuti umanitari dalla Russia.
Meloni ha convocato una riunione urgente del G7 per il pomeriggio di oggi, mentre l’Iran dopo il lancio dei missili avvenuto ieri 1° ottobre sembra aspettare per un intervento militare diretto. Aumentano infine le vittime dell’attacco terroristico avvenuto ieri a Tel Aviv e a Jaffa: 7 morti.
Guerra in Libano, ancora combattimenti nel sud del paese: l’IDF invia più truppe
Secondo giorno dell’invasione di terra dell’IDF, l’esercito israeliano, nei confronti del Libano. Giudicato da tanti come un vero e proprio atto di guerra, Israele ha comunque deciso di voler porre una fine certa all’esistenza di Hezbollah.
Il gruppo sciita, oggi 2 ottobre 2024, ha affermato che nel sud del Libano i combattimenti contro i soldati israeliani sono ancora in corso e che c’è una generale resistenza contro l’avanzata dell’IDF. A rendere ancora più confusa la situazione è l’Iran, che nella serata di ieri 1° ottobre 2024 ha lanciato una serie di missili contro Israele.
Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha dichiarato alla TV di stato che Teheran non ha comunicato con gli Stati Uniti prima dell’attacco missilistico iraniano contro Israele, ma non ha parlato di un intervento militare iraniano diretto contro Israele.
Le ultime notizie di oggi vedono la dirigenza militare israeliana affermare che la maggior parte di questi missili è stata respinta e che la 98esima divisione è stata nuovamente protagonista di aspri combattimenti sia contro affiliati ad Hezbollah sia contro sue postazioni.
Le sirene anti-razzo hanno avvertito gli abitanti di diverse città vicino al confine con il Libano, tra cui Shlomi, Matzuva, Ya’ara e Hanita. Oggi sono già stati lanciati più di 100 razzi dal Libano verso il nord di Israele.
L’attentato a Jaffa e la risposta israeliana
7 persone sono state uccise e altre 16 sono rimaste ferite nell’attacco alla metropolitana leggera di Tel Aviv e a una strada vicina a Jaffa, avvenuto nella serata di ieri. Tra i feriti c’era un soldato IDF fuori servizio, che è rimasto gravemente ferito.
Le IDF affermano di aver anche arrestato e interrogato diversi sospettati di aver aiutato i terroristi (di 19 e 25 anni, residenti ad Hebron) ad acquistare il fucile d’assalto utilizzato nell’attacco e a infiltrarsi in Israele. Secondo la polizia, uno dei terroristi che hanno compiuto l’attacco è stato ucciso a colpi di arma da fuoco, mentre il secondo è rimasto gravemente ferito.
Nadia Sokolenco, 40 anni, moldava-israeliana, è una delle vittime della sparatoria terroristica, mentre i nomi delle altre quattro vittime dell’attacco sono Revital Bronstein, 24 anni, Ilia Nozadze, 42 anni, Shahar Goldman, 30 anni e Inbar Segev Vigder, 33 anni. Due delle vittime non sono ancora state identificate pubblicamente.
La Russia manda aiuti umanitari in Libano, Meloni convoca i leader del G7: le mosse sullo scacchiere internazionale
Se gli attori regionali si stanno mettendo in gioco, al di là di Israele che sta conducendo un’azione di guerra ed Hezbollah che ancora sta cercando un’adeguata risposta, sul piano internazionale non c’è ancora un’unità di veduta sulla questione.
In UE si soffre la diversità di opinioni e pareri fra i 27 paesi, con un comunicato unico che ancora non è stato pubblicato.
Israele ha però deciso, per bocca del suo ministro degli Esteri, di considerare il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, “persona non grata”, vietandogli così il suo ingresso nel Paese. Guterres non aveva espresso una condanna esplicita dell’attacco iraniano avvenuto ieri sera, facendo così arrabbiare molto le sfere politiche israeliane.
Tornando in Europa, Giorgia Meloni ha chiesto una convocazione urgente dei leader del G7 (quest’anno a presidenza italiana), con l’obiettivo di discutere della delicata situazione al confine fra Libano ed Israele: avverrà nel pomeriggio di oggi.
Spagna e Corea del Sud hanno chiesto ai loro concittadini in Libano di lasciare al più presto il paese. L’Arabia Saudita spera nel dialogo, come ha affermato il ministro dell’Economia Faisal al-Ibrahim durante una conferenza a Berlino sulla situazione in Medio Oriente dopo l’attacco missilistico dell’Iran contro Israele.
In molti si domandano se la risoluzione 1701 del 2006 avrà ancora ragion d’essere, considerato che l’Italia aveva fatto un grosso lavoro diplomatico all’epoca. Quel che è certo è che l’Unifil non può ingaggiare combattimenti con le parti in causa, così come il regolare esercito libanese.
La popolazione locale, infine, potrà contare sull’aiuto (magari non disinteressato) della Russia: l’ambasciatore libanese a Mosca ha reso noto che il Libano riceverà un aereo di aiuti umanitari provieniente dalla Federazione russa.