Denis Bergamini non si è suicidato: è stato ucciso. Lo ha chiarito, una volta per tutte, la sentenza con cui nella serata di ieri, primo ottobre 2024, i giudici della Corte d’Assise di Cosenza, al termine di ben otto ore di camera di consiglio, hanno condannato l’ex fidanzata del calciatore Isabella Internò, oggi 55enne, a 16 anni di reclusione, riconoscendola colpevole di concorso in omicidio volontario pluriaggravato. Una svolta che da anni i familiari della vittima aspettavano.

Come è morto Denis Bergamini? È stato ucciso: condannata a 16 anni l’ex fidanzata Isabella Internò

Nel corso della sua arringa, uno degli avvocati che difende la donna, Angelo Pugliese, aveva chiesto alla Corte di assolverla “perché il fatto non sussiste“. L’accusa, rappresentata dal procuratore capo di Castrovillari Alessandro D’Alessio e dal pm Luca Primicerio, aveva invece chiesto di condannarla a 23 anni di reclusione, contestandole due aggravanti: quella della premeditazione e quella dei motivi futili e abietti.

L’imputata era presente in aula. Al termine della requisitoria e della replica, prendendo la parola, aveva rilasciato le seguenti dichiarazioni spontanee:

Io sono innocente, non ho commesso nulla, lo giuro davanti a Dio, unico testimone, purtroppo non posso averlo al mio fianco.

Al termine di otto ore di camera di consiglio i giudici l’hanno riconosciuta colpevole e, concedendole le attenuanti generiche prevalenti, l’hanno condannata a 16 anni. Una buona notizia, per i familiari del calciatore, che da tempo erano in attesa di giustizia. “Siamo soddisfatti e crediamo che se la Procura di oggi fosse stata quella dell’epoca Denis non avrebbe dovuto attendere 35 anni prima di avere giustizia”, ha dichiarato l’avvocato Fabio Anselmo, che li rappresenta, ai microfoni dell’Agi.

La ricostruzione dell’omicidio del calciatore

Bergamini fu trovato morto all’età di 27 anni: il suo corpo era adagiato lungo la statale 106 Jonica, nei pressi di Roseto Capo Spulico, in provincia di Cosenza, dove era arrivato per giocare a calcio qualche anno prima. Era il 1989. Si pensò subito che si fosse suicidato: l’ex fidanzata Isabella Internò – ora condannata per omicidio – raccontò, infatti, di averlo visto gettarsi sotto a un camion al culmine di una lite.

I familiari non le hanno mai creduto: erano a conoscenza del fatto che il loro rapporto fosse tutt’altro che disteso. Sapevano che la ragazza era rimasta incinta, finendo per abortire in una clinica di Londra perché Denis, pur essendosi detto disposto a riconoscere il figlio, non aveva acconsentito a un matrimonio riparatore, come auspicato dalla di lei famiglia.

Ad incastrarla, alla fine, la perizia eseguita nel 2017 sul corpo riesumato del calciatore, che ha riscontrato “segni di soffocamento” riconducibili a una sciarpa o a un sacchetto di plastica, arrivando alla conclusione che fosse già morto quando fu investito. Ma anche la testimonianza della moglie di un compagno di squadra di Bergamini, che ha raccontato di aver sentito Internò dire, riferendosi ai cugini (non imputati): “Se sanno che mi ha lasciata lo ammazzano”.

Il sostegno della città di Cosenza

Intercettata dai cronisti all’uscita dal tribunale, la sorella di Denis, parte civile nel processo a carico della 55enne, ha dichiarato: “Finalmente la Corte ci ha dato ragione”. Ha poi ringraziato i suoi avvocati e la Procura per il lavoro svolto e tutte le persone che, in questi anni, le sono state vicine.

Il ringraziamento più grande va alla città di Cosenza – ha concluso -, partendo dai tifosi.

Ieri in tanti hanno atteso la lettura della sentenza a Cosenza. Con loro avevano portato uno striscione che recitava: “Verità per Denis“.

Denis Bergamini
1 ottobre 2024, davanti al tribunale di Cosenza (foto di Ansa)