Il tema al centro dell’appuntamento a Cesena è il welfare aziendale, con un approfondimento sulle opportunità che imprese e i dipendenti potranno cogliere nel territorio. Un welfare aziendale che è in continua crescita. E se ne è parlati nella Sala stampa della Camera dei Deputati, che, tra le altre cose, ha messo in evidenza la situazione in Emilia Romagna. Le conclusioni dello studio evidenziano tendenze significative nell’adozione del welfare aziendale, soprattutto tra le grandi aziende strutturate. La diffusione di tali iniziative è cresciuta costantemente, passando dal 70% nel 2020, all’80% nel 2022, fino a raggiungere il 93% nel 2024.

Tuttavia, questo trend positivo diminuisce progressivamente nelle aziende di medie e piccole dimensioni, con percentuali che oscillano rispettivamente tra il 60% e l’80%. In particolare, le piccole imprese continuano a mostrare una bassa adozione del welfare aziendale, a causa sia di una limitata conoscenza degli strumenti disponibili che di una cultura aziendale meno incline a implementare queste misure.

Nel settore alberghiero, la situazione è simile: solo il 9% delle strutture annuali più organizzate, tipicamente parte di gruppi, utilizza il welfare aziendale, mentre il 91% non sfrutta ancora gli strumenti che potrebbero ridurre il cuneo fiscale. Tra le cause emerge la scarsa conoscenza della normativa unita ad un più grande problema derivato dalla stagionalità.

Welfare aziendale quali sono le piattaforme su cui appoggiarsi

Per quanto riguarda le piattaforme di welfare aziendale, i dipendenti tendono a utilizzare principalmente fringe benefit (60%) e rimborsi (15%), seguiti da buoni pasto, viaggi e servizi legati alla salute. Il 98% delle aziende ritiene che ci sia una forte richiesta di un maggior numero di servizi locali all’interno delle piattaforme e che quindi i fringe benefits siano spesso usati come “ripiego”. Questo conferma anche quello che avviene all’interno delle piattaforme di Welfare Group, in cui i servizi locali sono presenti, dove gli acquisti verso servizi locali aumentano al 26% (contro il 5%) a sfavore dei benefit che scendono sotto al 50%.

Io Sono Cesena è il primo esempio di piattaforma territoriale di successo in cui sono convenzionate oltre il 70% delle attività locali. Questo migliora notevolmente la spendibilità da parte dei dipendenti verso attività a loro vicine, favorendo di conseguenza l’economia di prossimità. Il 94% delle aziende interpellate sostiene che una piattaforma di questo genere ha un impatto significativo sia nel territorio che nella stessa azienda. Come emerge anche da studi analoghi il welfare aziendale può diventare un forte sostegno al territorio quando coinvolge Amministrazione Pubblica, Associazioni di Categoria, imprese e commercianti locali oltre ad enti del terzo settore.

Lo studio rileva che solo il 35% delle aziende romagnole dichiara che i propri dipendenti sono iscritti a fondi pensione o assicurativi. Inoltre, l’uso del welfare per l’acquisto di polizze assicurative rimane limitato, evidenziando una certa diffidenza (forse scarsa conoscenza) o scarso interesse verso questa tipologia di servizio.

La parità di genere, manca ancora la certificazione

Per quanto riguarda la parità di genere e l’ESG, oltre il 90% delle aziende intervistate non ha ancora ottenuto una certificazione di parità di genere, e l’87% non ha redatto bilanci di sostenibilità. Questi dati indicano che, sebbene il welfare aziendale stia facendo passi avanti, ci sono ancora ambiti in cui le aziende devono evolvere, soprattutto in termini di equità e sostenibilità. Hr manager, Consulenti e tutti gli operatori del settore richiedono la stabilità del quadro normativo in materia di fringe benefits: indispensabile per poter pianificare queste operazioni nel corso degli anni.

Per Fausto Fagioli, Presidente Earth Academy: “Parlare di welfare è importante per creare un nuovo sistema territoriale. Vorremmo lavorare sull’economia circolare, favorire le piccole imprese e i commercianti e non far scappare i giovani dai territori”.

“Questi dati confermano alcune mie convinzioni – commenta Luigi Angelini, ceo di Mediatip – In primis sono davvero convinto che welfare aziendale, fringe benefits e buoni pasto siano strumenti di fondamentale importanza per tutti i tipi di azienda. Abbattono il cuneo fiscale e migliorano la vita e il benessere dei dipendenti. Chi quindi, per primo, ha avuto le informazioni e i contatti per utilizzarlo ne ha tratto importanti benefici e continua ad utilizzarlo. Le aziende più piccole sono semplicemente più indietro. Anche il comparto alberghiero non fa eccezione, occorre semplicemente spiegarsi sempre meglio e sempre di più e sono convinto che Federalberghi sia il partner giusto per questo. Il tempo farà il resto.

Nel suo intervento, Riccardo Melina, HR Cantiere Del Pardo ha sottolineato come: “Siamo stati precursori nella creazione della cultura del benessere sul territorio, investire in questa direzione non è mai una spesa, ma è un investimento”.

Massimo Balzani, Direttore Servizi Industriali, nel commentare i dati precisa che: “Negli anni ci siamo resi conto che non bastavano le grandi piattaforme, serviva piuttosto creare un sistema che permettesse di aggregare realtà territoriali e sviluppare un sodalizio generale in cui tutti potessero sentirsi protagonisti. Un tema importante che va affrontato è quella della diversificazione degli orari che porta a un aumento l’attività produttiva senza aumentare l’impegno del singolo. Sarebbe auspicabile la creazione di una banca ore che già esiste in altri Paesi, le ore di straordinario o i riposi non goduti potrebbero finire in un fondo riconosciuto dallo Stato”. Su questo punto si è resa disponibile al confronto l’On. Rosaria Tassinari che ha sottolineato come “Questo spaccato dell’Emilia Romagna dimostra che il benessere dei lavoratori migliora le prestazioni e contribuisce a sostenere il welfare pubblico. L’importanza di aver agganciato il welfare aziendale a una logica di supporto alle imprese a livello locale permette una ricaduta economica sul territorio. La società sta cambiando, le famiglie hanno non solo i figli, ma anche gli anziani da gestire e stiamo assistendo all’inverno demografico. Perciò sarà utile lavorare a una proposta di legge per la banca delle ore per i dipendenti delle aziende”.