Su Internet aveva cercato “come si uccide una persona a mani nude”: ha detto che voleva “scoprire cosa si prova”. Il 17enne fermato per l’omicidio di Maria Campai a Viadana, in provincia di Mantova, resterà in carcere: la Procura per i minori di Brescia lo ha deciso ieri, 30 settembre 2024, dopo l’interrogatorio di garanzia in cui il giovane ha confessato.
Come è morta Maria Campai? La confessione del 17enne fermato chiarisce i dubbi
Di fatto il ragazzo aveva già ammesso le proprie responsabilità, indicando ai carabinieri il luogo in cui aveva nascosto il cadavere della vittima: il giardino di una villetta disabitata non lontana dal garage in cui avevano avuto un incontro intimo.
Durante l’interrogatorio di garanzia a cui ieri, 30 settembre, è stato sottoposto, durato circa un’ora e mezza, ha chiarito, però, alcuni dei dubbi degli inquirenti. Stando alla sua versione dei fatti, Maria Campai – 42enne di nazionalità romena, con due figli, separata – sarebbe morta “soffocata”.
Le avrebbe stretto “braccio e avambraccio intorno al collo” – una mossa da wrestling che forse aveva provato in palestra a margine di una seduta di Mma, lo sport da combattimento che praticava da tempo con regolarità – per poi colpirla alla testa.
Si erano conosciuti su un sito d’incontri, dandosi appuntamento per il 19 settembre scorso. Al termine di un rapporto sessuale, lui l’ha uccisa. “È durato tutto pochi secondi“, avrebbe detto. Sembra che da giorni cercasse online “come uccidere una persona a mani nude”.
Il motivo? Voleva solo “scoprire cosa si prova”. O almeno è ciò che ha riferito quando è stato interpellato al riguardo, escludendo la complicità di altre persone. La Procura per i minori gli contesta l’omicidio volontario aggravato e l’occultamento di cadavere. Ha deciso che dovrà restare in cella al Beccaria.
Il riferimento al “killer delle prostitute” sui social
Nella giornata di oggi, primo ottobre, il medico-legale incaricato eseguirà l’autopsia sul corpo della 42enne. Stando a quanto riportano fonti locali, la sua borsetta e il suo telefono cellulare non sarebbero ancora stati trovati.
Dall’analisi dei social utilizzati dal 17enne sarebbero invece emersi elementi importanti: post di apprezzamento per Filippo Turetta – finito a processo per l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin nel Veneziano -, ma anche foto in pose “da macho” con riferimenti violenti.
Spicca, fra tutti, quello al “serial killer delle prostitute” che compare nella serie tv Dexter Brian Moser, uno spietato assassino.
La ricostruzione del delitto
Chi indaga è convinto che il giovane abbia programmato con lucidità il delitto, promettendo alla 42enne dei soldi in cambio di una prestazione sessuale avendo già in mente di ucciderla. Gli viene contestata, non a caso, l’aggravante della premeditazione.
Da chiarire se sia stato lui ad inviare alla sorella della vittima un messaggio rassicurante sul loro incontro: “È un uomo amabile, mi porta in taxi. Ci vediamo domani”. Il sospetto, infatti, è che a quel punto Maria Campai fosse già morta.
Il suo corpo è trovato senza vita solo una settimana dopo la denuncia di scomparsa presentata dai familiari. Il 17enne, intanto, avrebbe continuato a vivere normalmente, cenando con i genitori, uscendo con gli amici per andare in palestra e usando Tik Tok.
Al momento non avrebbe mostrato alcun segno di pentimento. Uscendo dal tribunale dopo l’interrogatorio, ieri uno dei suoi legali, l’avvocato Paolo Antonini, ha detto ai giornalisti:
La valutazione di quanto ha dichiarato spetta al giudice. Abbiamo valutato di non rilasciare dichiarazioni a tutela del minorenne, sufficientemente massacrato dal circuito mediatico in cui è finito.
Si aspettano ulteriori sviluppi.