Scintille di campagna elettorale fra Donald Trump e Joe Biden, con il repubblicano che accusa il dem di non fare abbastanza per aiutare le persone colpite dall’uragano Helene. Diversi stati del sud-est degli Stati Uniti sono impegnati nel ripristinare le comunicazioni e nel cercare i dispersi causati dall’uragano, fornendo assistenza alle persone in difficoltà.

A Trump però questo non basta: per lui è inconcepibile spendere tante risorse per l’Ucraina ed Israele e non per gli Stati Uniti. Biden e la candidata dem alle presidenziali Kamala Harris hanno promesso di recarsi al più presto nelle zone colpite da Helene.

L’uragano Helene entra nella campagna elettorale di Trump e Biden: accuse sui ritardi nei soccorsi

Un’elezione che si giocherà probabilmente su uno scarto di voti esiguo e un uragano che ha causato un centinaio di morti e milioni di dollari di danni. Unendo le due cose si ha l’ennesimo scontro a distanza fra Donald Trump e Joe Biden.

Il repubblicano si è recato ieri 30 settembre 2024 in Georgia per portare aiuti e conforto alla popolazione locale colpita dall’uragano Helene, che dal 27 settembre sta colpendo duramente il sud-est degli Stati Uniti.

Occasione propizia per Trump per ricordare come lui ci tenga davvero all'”uomo comune americano”, mentre Biden e la candidata dem Kamala Harris non si sono nemmeno degnati di presentarsi in uno degli stati colpiti da Helene. Molti account su X hanno ripreso queste dichiarazioni, insinuando che Biden abbia preferito destinare molte risorse all’Ucraina e ad Israele invece che al proprio paese.

Inizialmente l’uragano Helene aveva toccato la costa del Golfo della Florida, per poi espandere la sua distruzione negli stati del sud-est, danneggiando strade, demolendo case e tagliando le linee di comunicazione. Centinaia di persone risultano ancora disperse e si teme che molte siano morte.

Il presidente Biden, ricordando che le distruzioni odierne sono legate al cambiamento climatico, ha in programma di visitare la Carolina del Nord mercoledì 2 ottobre e presto si recherà in Georgia e Florida. La complessa macchina organizzativa che accompagna Biden ed Harris avrebbe intralciato le loclai operazioni di soccorso.

Il presidente potrebbe anche chiedere al Congresso di riunirsi per una sessione speciale per approvare finanziamenti supplementari per gli aiuti. Sempre nella giornata di ieri Biden ha tenuto un discorso alla Casa Bianca, incontrando anche diverse personalità politiche provenienti dagli stati colpiti di Helene.

Il dem ha promesso che la sua amministrazione farà tutto il possibile per recuperare dai danni dell’uragano. Le lamentele di Trump sono state considerate, dallo stesso dem, come false e prive di fondamento.

I grandi eventi catastrofici naturali, come accaduto anche durante la presidenza di George W. Bush (2000-2008), spesso sono letti come momenti importanti in un’elezione presidenziale: molte persone chiedono ai candidati presenza, leadership e la capacità di convogliare l’attenzione altrui verso donazioni e aiuti alla popolazione colpita: Harris e Trump lo sanno bene e non lasceranno nulla d’intentato.

Aumenta il numero delle vittime: almeno 115. Danni per milioni di dollari

Il governo degli Stati Uniti, insieme alle agenzie statali e locali, è impegnato in una grande iniziativa di salvataggio nel sud-est del paese. Ieri 30 settembre circa 1,8 milioni di case e aziende erano senza elettricità, mentre i governatori dei vari stati colpiti dall’uragano Helene aggiornano con bollettini quotidiani la conta dei danni e delle vittime.

Il governatore della Georgia Brian Kemp ha segnalato almeno 25 decessi nel suo stato. La Carolina del Sud ha registrato almeno 29 decessi, portando il bilancio nazionale a 128, con 56 vittime solo nella Carolina del Nord. Il governatore di questo stato Roy Cooper ha condotto una ricognizione aerea dei danni e ha sottolineato la necessità di “risorse significative” per ripristinare i servizi base e la circolazione in molte strade.

Circa 1.200 membri del personale federale sono attualmente sul campo, insieme ai soccorritori statali e locali, e l’US Army Corps of Engineers sta organizzando diverse operazioni di rimozione dei detriti.

Il bilancio delle vittime della tempesta supera i 100 in North Carolina, South Carolina, Georgia, Florida, Tennessee e Virginia, con ulteriori aumenti previsti man mano che le squadre di soccorso raggiungono aree remote e le comunicazioni di emergenza vengono ripristinate. L’ultimo bilancio è di 119 morti, mentre i feriti sono stati trasportati in diverse strutture.

Oltre 7mila residenti si sono registrati per ricevere assistenza dalla Federal Emergency Management Agency (FEMA) degli Stati Uniti e la Guardia Nazionale sta trasportando 1.000 tonnellate di cibo e acqua nelle regioni colpite tramite ponte aereo.