La situazione in Libano è sempre più precaria con segnali allarmanti che indicano una possibile escalation del conflitto. La tensione in Medio Oriente è salita ulteriormente nell’ultima settimana. Israele ha intensificato le sue operazioni contro Hezbollah in Libano, inizialmente prendendo di mira i sistemi elettronici del gruppo. A questi attacchi sono seguiti raid che hanno colpito esponenti di alto rango del movimento libanese sostenuto dall’Iran, incluso il leader Hassan Nasrallah. Lunedì 30 settembre, le forze israeliane hanno condotto il primo attacco al centro di Beirut dal 2006. Un imminente operazione di terra preoccupa la comunità internazionale.
L’operazione di terra di Israele in Libano: cosa sappiamo
Crescono i timori per una possibile invasione del Libano. Il ministro della Difesa israeliano ha annunciato che la prossima fase del conflitto contro Hezbollah inizierà “presto” e ha indicato diverse aree lungo il confine settentrionale come “zone militari chiuse”. Nella serata del 30 settembre sono aumentati le preoccupazioni su un eventuale occupazione del Libano da parte delle forze israeliane.
I media locali hanno segnalato colpi di artiglieria e spari lungo il confine. Mentre le informazioni dal paese arrivano in modo frammentario, l’agenzia di stampa statale libanese, NNA, ha riferito di bombardamenti incessanti in alcune aree del sud.
Reuters ha riferito che le truppe libanesi si sono ritirate dalle posizioni lungo il confine meridionale con Israele, almeno cinque chilometri a nord della frontiera. Secondo quanto riportato dalla CNN, citando una fonte della sicurezza libanese, l’esercito del Libano ha evacuato le proprie postazioni di osservazione lungo il confine meridionale con Israele e si è ritirato nelle caserme.
L’esercito israeliano ha emesso ordini di evacuazione per varie zone nella periferia sud di Beirut. I residenti del quartiere di Dahiya sono stati invitati ad abbandonare immediatamente l’area. Ad oggi oltre un milione di libanesi sono stati sfollati mentre 100mila persone sono fuggite dal Libano alla vicina Siria.
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, è attualmente in riunione con il suo gabinetto. Al momento, non sono state rilasciate dichiarazioni ufficiali da parte dell’esercito israeliano riguardo a un’eventuale operazione di terra in corso.
Tajani: “Italiani lascino il paese”
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, durante un suo intervento a Tg2Post, ha rinnovato il suo appello agli italiani presenti in Libano, esortandoli a lasciare il paese:
Noi invitiamo tutti i cittadini italiani a lasciare il Libano usando i voli commerciali da Beirut per Milano o per Roma. In questo momento è bene abbandonare il Paese perché la situazione è veramente complicata, ci sono combattimenti in corso. Quindi, per la massima garanzia, è bene che i cittadini italiani se ne vadano. Naturalmente, ci sono parti del Paese che sono in sicurezza quindi non ci sono particolari rischi. Bisogna valutare le singole realtà. Però soprattutto coloro che sono nel sud o nella città di Beirut sono a rischio quindi è bene abbandonare il territorio libanese. Da qualche settimana abbiamo rinforzato la presenza dei carabinieri paracadutisti del Tuscania per garantire la nostra ambasciata.
Le posizioni degli Usa
Israele ha informato gli Stati Uniti di essere impegnata in “operazioni limitate e mirate” volte a colpire le infrastrutture di Hezbollah situate nei pressi del confine. A riferirlo è stata la Cnn, citando fonti del Dipartimento di Stato americano.
Il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Matthew Miller, ha affermato il diritto di Israele a difendersi dal gruppo libanese, anche colpendo “le infrastrutture terroristiche all’interno del Libano”. Nel frattempo, l’amministrazione Biden, principale mediatore nella guerra a Gaza, sta concentrando i suoi sforzi anche su una possibile soluzione diplomatica e un cessate il fuoco di 21 giorni tra Israele e Hezbollah, cercando di evitare un’escalation del conflitto nella regione.