Sono stati più di 637mila gli italiani che hanno firmato, online o ai banchetti allestiti nelle piazze italiane, per chiedere il referendum per la modifica della Legge 91 del 1992 che regola la concessione della cittadinanza italiana agli stranieri.
Un risultato su cui in pochi avrebbero scommesso all’avvio della campagna per la raccolta firme lo scorso 4 settembre, quando il segretario di +Europa, Riccardo Magi, annunciò il deposito in Cassazione del quesito che vuole dimezzare – portando da 10 a 5 – gli anni di soggiorno obbligatorio in Italia necessari per poter richiedere la cittadinanza italiana.
“Quando siamo venuti qui il 4 settembre, quasi tutti ci dicevano lasciate perdere non ce la farete mai. Oggi ci dicono è troppo facile. Io penso che la discussione sulla firma digitale sia sbagliata perché serve ai cittadini a poter fare ciò che la Costituzione garantisce”.
Ha dichiarato Magi, ai microfoni dell’inviato di Tag24.it, Lorenzo Brancati, intervenendo anche sulla polemica sollevata nei giorni scorsi da alcuni esponenti della Lega sulla regolarità del ricorso alla piattaforma del Ministero della Giustizia per la raccolta digitale delle firme.
Referendum cittadinanza, depositate 637mila firme. Magi: “Mobilitazione straordinaria”
L’ultima parola spetta alla Consulta che dovrà valutare l’ammissibilità del requisito referendario, ma una prima vittoria il comitato promotore del referendum sulla cittadinanza l’ha già portata a casa, ovvero, raggiungere in appena 20 giorni il numero di firme necessarie per poter richiedere la consultazione popolare.
Oggi – lunedì 30 settembre 2024 – il leader di +Europa Riccardo Magi, insieme al deputato Benedetto Della Vedova e ad altri esponenti del comitato promotore hanno ha consegnato in Corte di Cassazione le firme raccolte online per il referendum per la modifica della legge sulla cittadinanza.
Quorum raggiunto e superato con 637.487 sottoscrizioni, quando ne sarebbero bastate 500mila.
“Abbiamo depositato 637 mila firme di cittadini che chiedono che si tenga il referendum sulla cittadinanza nella primavera prossima. Centocinquanta mila firme sono state raccolte in 24 ore, più di 9 mila persone hanno lasciato disponibilità a diventare attivisti digitali. Questi non sono solo dei numeri record, sono numeri che dimostrano come un momento di grande sfiducia nella politica, c’è stata una mobilitazione straordinaria per utilizzare uno strumento previsto dalla Costituzione, come minoranza organizzata che pone al Paese una questione urgente su cui il paese non si esprime da tanto tempo.”
Ha spiegato il segretario di +Europa che poi ha lanciato un appello agli italiani:
“Adesso diciamo a tutti i cittadini che hanno firmato e a quelli che sono d’accordo è unitevi a noi. Questa firma è stata un grande gesto di resistenza e opposizione al Governo e alla sua maggioranza che usano sistematicamente questi temi con propaganda violenta e che non prende atto della realtà sociale del nostro paese.”
Ius scholae, Tajani: “Nostra legge più equilibrata. Cinque anni sono pochi per la cittadinanza”
Presenti alla consegna delle firme in Cassazione anche la deputata del Partito Democratico, Ouidad Bakkali e il segretario del Psi Enzo Maraio. Bakkali è anche la promotrice di una proposta di legge depositata alla Camera dei Deputati sullo ius soli e sullo ius scholae che prevede anche il dimezzamento degli anni di residenza continuativa richiesti per l’ottenimento della cittadinanza. Il referendum è stato firmato anche dall’ex ministra all’Agricoltura di Italia Viva, Teresa Bellanova, dalla segretaria del Pd, Elly Schlein e da altre personalità della politica, della cultura e dello spettacolo. Assente la firma del leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte.
A riprova della centralità del tema della cittadinanza italiana nel dibattito politico nazionale c’è tutta la discussione relativa allo ius scholae, con la Pdl annunciata da Forza Italia – che vede contrari Lega e Fratelli d’Italia – per il conferimento della cittadinanza agli studenti nati in Italia da genitori stranieri che abbiano concluso un ciclo di studi di 10 anni.
Oggi, il vicepremier Antonio Tajani ha specificato che Forza Italia non voterà a favore del referendum sulla cittadinanza proposto da +Europa perché cinque anni per acquisire la cittadinanza italiana sono considerati pochi.
“Io credo che si debba migliorare l’attuale legge sulla cittadinanza. Noi stiamo preparando con grande serietà, con grande impegno e moderazione, una proposta di legge che prevede la possibilità di chiedere la cittadinanza italiana da parte di giovani, figli di migranti regolari, dopo un corso di studi di 10 anni, cioè completata la scuola dell’obbligo con profitto. Non voteremo il referendum sulla cittadinanza proposto da Più Europa perché si parla di cinque anni. Cinque anni sono pochi”.