La Gran Bretagna oggi, 30 settembre 2024, chiuderà la sua ultima centrale elettrica a carbone. Questo segna un nuovo capitolo nella sua storia energetica ponendo fine alla sua dipendenza dal carbone dopo 142 anni. Questo combustibile fossile, una volta pilastro dell’industrializzazione del paese, cede ora il passo ad un futuro più sostenibile. Il percorso verso la riduzione dell’impronta di carbonio era stato tracciato già circa dieci anni fa. Oggi il paese si prepara ad affrontare una nuova sfida: consolidare il suo impegno verso l’energia rinnovabile e rafforzare la transizione ecologica.
La Gran Bretagna abbandona le centrali elettriche a carbone
Lunedì 30 settembre 2024, a mezzanotte, il Regno Unito chiude ufficialmente l’ultima centrale elettrica a carbone ancora attiva, segnando la fine di un’era. La centrale di Ratcliffe-on-Soar, operativa dal 1968, smetterà di produrre energia, simbolizzando il passaggio del paese verso fonti energetiche più pulite. I dipendenti del sito continueranno a lavorare allo smantellamento della struttura, un processo che richiederà circa due anni. Questa chiusura rappresenta un passo significativo nel cammino britannico verso un futuro a basse emissioni di carbonio.
Dal 2015, il paese ha progressivamente smantellato oltre dieci centrali a carbone, riducendo così la sua dipendenza da questo combustibile fossile altamente inquinante.
142 anni di storia
La prima centrale elettrica del Regno Unito ha iniziato a produrre energia nel 1882, segnando l’inizio di un’era dominata dal carbone. Nel corso dei decenni, piccoli centri di produzione si diffusero rapidamente, e all’inizio del 20esimo secolo quasi il 100 per cento dell’energia elettrica del paese proveniva da grandi centrali a carbone. Questo combustibile fossile divenne il pilastro dello sviluppo britannico, sostenendo la crescita economica e l’elettrificazione del paese.
Il percorso che ha portato il paese a ridurre la sua dipendenza dal carbone è iniziato con piccoli passi all’inizio degli anni 2000. Una svolta fondamentale è avvenuta nel 2008, quando il governo britannico ha approvato il Climate Change Act, che prevede una riduzione complessiva dell’80 per cento dei sei principali gas serra entro il 2050. Qualche anno dopo, a supporto di questo cambiamento, era stata introdotta una nuova tassazione del carbonio, rendendo più competitivo l’uso del gas rispetto al carbone. Le più recenti centrali elettriche a gas, infatti, producono circa la metà delle emissioni di carbonio rispetto a quelle a carbone.
L’obiettivo di ridurre la produzione di energia da carbone entro il 2025 è stato fissato dal governo britannico nel 2015. L’esecutivo ha successivamente annunciato di anticiparlo a ottobre 2024. Il carbone generava circa un terzo dell’elettricità del Regno Unito.
Il nuovo governo laburista di Keir Starmer ha fissato un ambizioso obiettivo: emissioni zero nella produzione di energia elettrica entro il 2030. Il progetto punta a una massiccia espansione delle energie rinnovabili, con nuovi impianti eolici e solari.
Nonostante i cambiamenti nei piani energetici globali dovuti alla guerra in Ucraina, il passaggio alle rinnovabili non rappresenta solo un impegno climatico ma anche una strategia per la sicurezza energetica. La dipendenza ridotta da fornitori esterni e i costi di produzione energetica più bassi rispetto ai combustibili fossili garantiranno stabilità sul lungo termine.
È la prima nazione del G7 ma non la prima in Europa
L’abbandono progressivo del carbone segna una svolta storica, guidata dall’urgenza di affrontare la crisi climatica. In Europa, due paesi hanno già compiuto questo passo significativo: il Belgio, che ha chiuso la sua ultima centrale a carbone il 30 marzo 2016, e la Svezia, che ha dismesso la centrale Värtaverket a Stoccolma nel 2020, con due anni di anticipo rispetto al piano.
Anche l’Austria aveva chiuso la sua ultima centrale a carbone nel 2020 ma la guerra in Ucraina e la paura di interruzioni delle forniture di gas russo hanno portato a una temporanea riapertura. La Francia mira a completare l’eliminazione del carbone entro il 2027, mentre il Canada ha fissato il suo obiettivo per il 2030.