Evento da non perdere lunedì 21 ottobre 2024 al Teatro Franco Parenti di Milano. In occasione dello spettacolo “Chi come me”, regia Andrée Ruth Shammah, lo psicologo e psicoterapeuta Matteo Lancini terrà un monologo tratto dal suo ultimo volume “Sii te stesso a modo mio. Essere adolescenti nell’epoca della fragilità adulta” (ed. Raffaello Cortina).
“Sii te stesso a modo mio”, i contenuti del libro di Matteo Lancini
Nel suo libro, Matteo Lancini esplora le dinamiche della società attuale, distinguendo tre fasi:
- quella normativa, caratterizzata dalla presenza dominante di Edipo e del Super-io, che ha retto fino agli anni Sessanta e Settanta;
- la società narcisistica, incentrata sulla famiglia affettiva e sull’Io;
- e infine quella attuale, definita ‘post-narcisistica’, che ha vissuto una svolta significativa durante la crisi pandemica.
Il grande cambiamento portato dal ’68 e dalle rivolte giovanili è legato alla perdita dell’autorità paterna che definiva la famiglia normativa. In questo nuovo contesto, il rigido «Devi obbedire!» è stato sostituito da «Devi capire!», e il conflitto è stato soppiantato dal dialogo continuo. Le regole esistono ancora, ma non sono più imposte, bensì motivate, con l’obiettivo di fornire ai figli le risorse per realizzarsi. Tuttavia, questo nuovo assetto ha prodotto delle crepe: l’assenza dell’autorità paterna è stata colmata da un’agenda fitta di esperienze, che ha preso il posto di una guida solida.
I bambini vengono trattati come piccoli adulti, sovraesposti sui social media in un continuo Truman Show. Il desiderio di affrettare le esperienze crea nei nuovi adulti la tendenza a caricare i bambini di aspettative esagerate, che l’adolescenza spesso smentisce, esponendo i giovani al rischio di un crollo psichico.
La famiglia postnarcisistica prosegue su questa strada, con un’esasperata precocizzazione che genera ideali vuoti di successo e popolarità. Sia in famiglia sia nella società in generale, si accentua l’enfatizzazione del Sé, rendendo più difficile l’apertura all’altro. Questo crea un paradosso nel nuovo imperativo educativo: «Sii te stesso a modo mio». La famiglia postnarcisistica, sempre presente ma allo stesso tempo distante, chiede ai figli di rispondere ai propri bisogni emotivi, senza offrire altrettanto in cambio.
Uno degli inciampi della famiglia moderna è la pretesa di vicinanza empatica: nell’epoca della fragilità adulta, gli adulti proiettano le proprie carenze e contraddizioni sui giovani, senza riconoscere i loro bisogni specifici. Questa tendenza porta a una negazione delle differenze, fallendo nel compito educativo, e impedisce agli adolescenti di sperimentare l’allontanamento e il “tradimento” del padre, considerati passi essenziali per la crescita. Come osserva Massimo Recalcati, la vita necessita di spazi di libertà, e i figli devono essere in grado di tradire il percorso dei genitori per scoprire la propria strada.
Lancini sottolinea inoltre come il dibattito pubblico sia ormai dominato da stereotipi, a causa dell’esasperazione del Sé, che rende gli adulti incapaci di vedere davvero l’adolescente. Questa cecità porta gli adulti a rifiutare l’idea che i giovani possano scegliere strade diverse dalle loro, alimentando incomprensioni e frustrazioni.
Nel contesto scolastico, anche i professori, in quanto adulti, sono coinvolti in questa dinamica di fragilità, alla ricerca di riconoscimento attraverso voti, note e bocciature. Tuttavia, Lancini propone un sistema alternativo, in cui i giudizi siano personalizzati e più ricchi di significato, riducendo la competizione tra studenti e il peso del fallimento legato ai voti numerici. Un ambiente scolastico più collaborativo e meno performativo favorirebbe un maggiore benessere e, di conseguenza, migliori risultati accademici.
La scuola, secondo Lancini, dovrebbe anche essere più connessa alla realtà contemporanea, integrando internet e le nuove tecnologie nell’insegnamento. In un mondo in cui la rete è onnipresente, è controproducente combatterla: piuttosto, bisogna educare i giovani a un uso consapevole e critico di questi strumenti, sfruttandoli a vantaggio del percorso educativo.
Infine, Lancini propone una rivoluzione nel modo in cui gli adulti affrontano il loro ruolo educativo. Sostiene che sia necessaria una “alfabetizzazione emotiva”, che permetta agli adulti di entrare in sintonia con i bisogni e le emozioni dei giovani, rispettandone l’individualità. Solo attraverso un cambiamento profondo negli adulti è possibile rispondere alle esigenze delle nuove generazioni. Il messaggio di Lancini è chiaro: «Facciamo finalmente qualcosa per loro: cambiamo noi».
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