Perché sono stati arrestati gli ultras di Milan e Inter? Sin dalle cronache di questa mattina, sono stati resi noti 18 arresti che hanno colpito le frange più estreme del tifo organizzato. Un vero e proprio colpo alle due curve, dopo il blitz effettuato nella notte. A seguito delle indagini portate avanti dagli inquirenti negli ultimi mesi, le accuse sono di associazione per delinquere (con l’aggravante del metodo mafioso) finalizzate a una serie di estorsioni legate al mondo dello stadio, lesioni e altri gravi reati.

Una situazione non nuova, che si lega alle già note vicende che legano il mondo della criminalità organizzata a quello del tifo delle curve italiane e che ha coinvolto, in passato, anche la Juventus. La magistratura è al lavoro per fare luce sulla complicata vicenda.

Arrestati nella notte gli ultras di Milan e Inter: le ultime

Ha fatto decisamente scalpore la notizia relativa agli ultras di Milan e Inter, arrestati questa notte in una maxi retata ai clan organizzati presenti nelle due curve. L’operazione è scattata alle prime ore di questa mattina da parte della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza. Tra i presunti traffici nel mondo delle curve, su cui la Procura di Milano indaga, c’è anche la gestione degli affari dell’indotto dello stadio di San Siro. Dai parcheggi alla vendita di gadget e panini, fino a quello dei biglietti per le partite: tutto è attualmente al vaglio della magistratura.

Nella maxi operazione di polizia e Guardia di Finanza che ha portato all’arresto di 18 capi ultras di Milan e Inter figurano nomi anche conosciuti. In manette, infatti, sono finiti volti noti delle due curve e personaggi che hanno riempito le pagine di cronaca degli ultimi mesi, tra cui il bodyguard di Fedez Christian Rosiello e il suo amico Islam Hagag (noto come Alex Cologno), ma anche Luca Lucci, Andrea Beretta, Marco Ferdico e Renato Bosetti. Un evento che turba le due compagini, alla vigilia dei delicati match di Champions League contro Stella Rossa e Bayer Leverkusen.

Cosa rischiano Milan e Inter

Le indagini su questo fronte si sono concentrate soprattutto negli anni “2019 e 2020, ma la situazione, ad oggi, non è per nulla mutata”. La Procura di Milano ha avviato anche un cosiddetto “procedimento di prevenzione” nei confronti di Inter e Milan. Le società non sono indagate ma dovranno dimostrare, in un contraddittorio, di aver reciso i legami con il mondo ultrà, soprattutto sul fronte della gestione dei biglietti per le partite.

Negli atti si legge che lo stadio di San Siro “e le attività economiche connesse sono fuori da ogni controllo di legalità”. La posizione più critica appare quella della società nerazzurra. Nello spiegare perché le curve e uomini dei clan siano riusciti ad apparecchiare i loro affari attorno alle partite di campionato e Champions League, i pubblici ministeri hanno parlato di “carenze organizzative della Fc Internazionale nella gestione dei rapporti con la tifoseria”. Di minore impatto, al momento, sarebbe la posizione del Milan. Le società sono al lavoro per definirsi parte lesa di una situazione ancora in divenire.