La situazione in Medio Oriente diventa ogni ora più precaria. Israele ha lanciato nella notte – tra domenica 29 e lunedì 30 settembre – un nuovo attacco su più fronti, dal Libano allo Yemen, e sta preparando l’operazione di terra che promette di essere un ulteriore bagno di sangue. L’obiettivo è allontanare dalla ‘blue line’ – il confine tra Libano e Israele – le truppe di Hezbollah per mettere al sicuro il paese dagli attacchi missilistici.

Il Ministero degli Esteri italiano nelle scorse ore ha chiesto ai cittadini italiani in Libano di lasciare il paese e questa mattina il ministro degli Esteri Antonio Tajani si è detto preoccupato per la situazione.

Cos’è la Blue Line Libano? Israele: “Non ci fermeremo finchè Hezbollah non arretrerà”

La linea blu è una striscia di territorio tra il Libano e Israele oltre la quale il governo di Tel Aviv vuole spingere Hezbollah per difendere gli insediamenti al confine dagli attacchi missilistici. Una sorta di confine convenzionale, individuato dalle Nazioni Unite, che dovrebbe fungere da frontiera neutrale fra i due stati.

Nelle ultime ore Israele ha fatto sapere, tramite il suo ministro degli Esteri Israel Katz – secondo quanto riportato da Al Jazeera – che non accetterà un cessate il fuoco in Libano finché Hezbollah non si sposterà a nord del Litani – oltre la linea blu – e non verrà disarmato.

Nessun passo indietro, quindi, in merito alla temuta operazione di terra che Israele sta preparando e che Hezbollah si dice preparata a fronteggiare.

“Siamo pronti se gli israeliani volessero un’incursione terrestre, le forze di resistenza sono pronte per questo. Siamo preparati e pronti. Il nemico israeliano non raggiungerà i suoi obiettivi”.

Ha detto il vice segretario Naim Qassem, possibile successore del leader Hassan Nasrallah.

Le minacce di Damasco: “Taglieremo mani e piedi a coloro che attaccano il paese”

Caldissima anche la situazione in Iran. L’amministrazione Biden teme un attacco a seguito dell’uccisione del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah e sta lavorando con Israele per la difesa. Lo scrive la Cnn riportando le dichiarazioni di un funzionario statunitense.

I segnali che arrivano da Teheran sono tutt’altro che rassicuranti.

Tajani: “Nessun pericolo per i nostri militari in Libano. Lavoriamo per descalation”

L’Italia lavora con la diplomazia mondiale per fermare l’escalation militare in Medio Oriente. Questa mattina il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani ha dichiarato su Rainews di essere preoccupato per la situazione in Libano e ha sottolineato che l’unico modo per evitare l’attacco via terra è un arretramento di Hezbollah.

L’obiettivo di Israele, ha aggiunto Tajani, “è quello di far arretrare le truppe di Hezbollah dal confine israeliano, in modo da non permettere che i missili di Hezbollah colpiscano la popolazione israeliana che vive nel nord di Israele. “Se Hezbollah arretra è più facile che non ci sia un attacco via terra israeliano, però Hezbollah in questo momento non ha ordini”.

“Stiamo lavorando per cercare di evitare una escalation. Oggi ci sarà una riunione tra i ministri degli Esteri dell’Unione Europea, per mettere a punto una strategia per contribuire a mantenere aperta una porta per la diplomazia. Stiamo lavorando, ha proseguito il ministro, con la speranza che “prevalga il buon senso” e in modo che si possa “evitare una guerra regionale”.

Il titolare della Farnesina ha rassicurato sulla sicurezza dei militari italiani in Libano.

“Ho avuto la garanzia che Israele presterà grande attenzione e prudenza alla presenza dei nostri militari” in Libano che al momento “non stanno correndo alcun pericolo. Seguiamo minuto per minuto i nostri militari che fanno parte del contingente Unifil e che si trovano in un’area molto a rischio, ma non stanno correndo pericoli e resteranno là”.