Nel suo libro “La sconfitta dell’Occidente” (Fazi editore), il demografo e antropologo Emmanuel Todd, noto per aver anticipato il crollo dell’URSS, analizza come l’Unione Europea, operando come estensione strategica degli Stati Uniti, sia stata trascinata nel conflitto contro la Russia. Mentre i media europei si focalizzano prevalentemente sull’invasione russa dell’Ucraina del 24 febbraio 2022, Todd propone una lettura più ampia, basata su una prospettiva storica di lungo periodo, svelando gli eventi che hanno preceduto e alimentato il conflitto. Egli descrive la trasformazione della politica americana, che da una fase pacifica e con una ridotta spesa militare è passata, a partire dal 1999, a un’epoca di “Hubris” che perdura fino alla crisi finanziaria del 2008.
“La sconfitta dell’Occidente”, l’analisi di Emmanuel Todd
Todd fa riferimento alla figura di Zbigniew Brzezinski, influente consigliere americano, il cui pensiero neo-conservatore è in netto contrasto con il realismo politico di Henry Kissinger, citando il suo libro La Grande Scacchiera come esempio chiave della visione strategica statunitense post-URSS. Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, secondo Todd, gli Stati Uniti hanno interpretato erroneamente l’evento come una propria vittoria diretta, dando inizio a una fase in cui l’impero americano ha dovuto affrontare il rischio che la Germania potesse avvicinarsi alla Russia. La strategia americana ha quindi puntato a sottrarre l’Ucraina all’influenza russa, separare Germania e Russia, e prepararsi allo scontro con la Cina.
L’opera ripercorre l’aumento delle spese militari statunitensi già dal 1999, ben prima degli attentati dell’11 settembre, e l’illusione di una supremazia americana invincibile, come testimoniato dalla scelta di far entrare la Cina nell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), decisione che Todd giudica gravemente errata. Nel 2002, l’amministrazione Bush introduce la nuova US National Security Strategy, in cui si sostiene che tutte le nazioni convergeranno verso i valori americani e che le grandi potenze si ritroveranno in un unico sistema. Todd cita il passaggio in cui la Russia viene descritta come un paese in transizione verso una nuova fase di speranza, e la Cina come nazione che ha compreso il valore della libertà economica.
Nella sua analisi, Todd osserva come, mentre gli Stati Uniti erano impegnati nei conflitti in Iraq e Afghanistan, la Russia si sia progressivamente ripresa, sorprendendo per la velocità di questo recupero dopo il collasso degli anni ’90. La vittoria di Putin in Cecenia e il risanamento economico tra il 1999 e il 2001 segnalavano un’inversione di tendenza rispetto alla percepita disintegrazione della Russia.
Todd individua anche l’origine del risentimento americano verso l’Europa negli anni 2000, citando l’articolo di Robert Kagan, Power and Weakness, pubblicato nel 2002, che denunciava l’atteggiamento passivo degli europei, definiti come “esseri di Venere”, mentre gli americani erano descritti come “guerrieri di Marte”. Questa aggressività, secondo Todd, nasceva dalla consapevolezza che gli Stati Uniti si stavano allontanando dall’Europa, mentre gli europei godevano di una speranza di vita superiore a quella americana già da quindici anni. Il libro sottolinea come l’espansione della NATO, con l’inclusione di paesi dell’Europa orientale nel 2004, fosse strettamente connessa a quella dell’Unione Europea, confermando il ruolo subordinato di quest’ultima rispetto all’alleanza militare.
Un altro punto focale dell’analisi è l’Ucraina. Dopo l’indipendenza del 1991 e la firma del Memorandum di Budapest nel 1994, che garantiva la sua integrità territoriale, l’Ucraina sembrava destinata a un futuro pacifico, simile a quello della Finlandia, con una popolazione divisa tra gruppi filo-occidentali e filo-russi. Tuttavia, la “rivoluzione arancione” del 2004, supportata dagli Stati Uniti, rappresentò un punto di svolta, segnando l’inizio di una crescente russofobia negli Stati Uniti e un cambiamento di approccio verso la Russia, che venne vista come una minaccia.
Todd ricorda come Putin, nel suo discorso alla conferenza sulla sicurezza di Monaco nel 2007, dichiarò che la Russia non avrebbe accettato un ordine mondiale unipolare imposto dagli Stati Uniti. L’invito americano rivolto a Georgia e Ucraina di entrare nella NATO nel 2008 segnò, secondo Todd, l’inizio di una trappola dalla quale gli Stati Uniti non sarebbero più potuti uscire.
L’autore conclude con una riflessione sulla crescente crisi in Europa, dove, mentre si moltiplicano le spese militari e si rafforzano le preparazioni alla guerra, la situazione economica dei cittadini si deteriora, con sempre più lavoratori che si rivolgono alle mense solidali. Todd critica l’inerzia politica dell’Unione Europea, incapace di agire in modo indipendente, e denuncia la crescente distanza tra le priorità belliche dei governi e i reali bisogni della popolazione, emersi con forza dopo la pandemia di Covid-19.
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