Il Nepal è stato travolto da piogge torrenziali che hanno scatenato inondazioni e frane devastanti. Il maltempo ha lasciato dietro di sé una scia di distruzione. Almeno 148 persone hanno perso la vita. La capitale Kathmandu è la zona che è stata più colpita. Sebbene i monsoni stagionali siano una realtà per la nazione himalayana, questa tragedia mette in luce l’impatto devastante del cambiamento climatico che sta rendendo il meteo sempre più estremo e imprevedibile.
Almeno 148 morti per le inondazioni in Nepal
A partire da venerdì 27 settembre, piogge torrenziali hanno colpito il Nepal provocando frane e inondazioni devastanti nelle regioni centrali e orientali del Paese. La capitale, Kathmandu, è stata colpita durante il fine settimana. Il livello del fiume principale, Bagmati, ha superato di 2,2 m il limite di pericolo. Interi quartieri si sono allagati e le autostrade che collegano la città sono ancora bloccate dall’acqua. Le scuole e le università saranno costrette a restare chiuse nei prossimi giorni a causa dei gravi danni alle infrastrutture. Secondo i primi accertamenti almeno 322 case e 16 ponti sono stati danneggiati.
Sono in corso le operazioni di ricerca e soccorso. Sabato 28 settembre il bilancio era di oltre 66 vittime. Oggi si è ulteriormente aggravato raggiungendo quota 148. Le autorità avvertono che questo potrebbe ancora aggravarsi. Secondo le autorità nepalesi almeno 61 persone sono rimaste ferite e 64 risultano disperse.
Nonostante le previsioni indicassero piogge fino a martedì 1 ottobre, le condizioni meteorologiche hanno iniziato a migliorare già da oggi, permettendo di accelerare le operazioni di ricerca e soccorso.
#NepalFloodUpdate: नेपाल के गृह मंत्रालय ने बाढ़, भूस्खलन, सैलाब और प्राकृतिक आपदा की घटनाओं में 132 लोगों की मौत की पुष्टि की है।
— DD News UP (@DDNewsUP) September 29, 2024
सुरक्षा बलों की सक्रिय भागीदारी से देशभर में 3,626 लोगों को सुरक्षित बचाया गया है।#NepalFloods @PBSC_Kathmandu @airnewsalerts pic.twitter.com/rQklmN5I0d
Il patrimonio culturale a rischio
La valle di Kathmandu, un’area che vanta un immenso valore culturale e storico come patrimonio dell’umanità dell’Unesco, ha registrato il numero più alto di decessi a causa delle inondazioni e frane devastanti. Questa regione ospita oltre 100 monumenti, tra cui molti luoghi di pellegrinaggio sacri sia per i buddisti che per gli indù, rendendola non solo un centro spirituale, ma anche un tesoro architettonico unico. Le recenti calamità hanno messo a rischio anche questo patrimonio inestimabile, accrescendo la tragedia umana con la possibile perdita di una ricca eredità culturale.
Le piogge intense e i danni provocati dalle precipitazioni sono piuttosto comuni nell’Asia meridionale nel periodo compreso tra giugno e settembre. Il territorio montuoso del Nepal e la presenza di numerosi fiumi lo rendono particolarmente vulnerabile ai disastri naturali, aggravati anche dalla scarsa pianificazione urbana. Questi fattori contribuiscono a rendere il paese ancora più esposto a frane e inondazioni devastanti. Tuttavia, secondo gli esperti, l’intensità e la frequenza di questi eventi sta aumentando a causa degli effetti del cambiamento climatico su tutta la regione.