Quali sono le agevolazioni per chi usufruisce della legge 104? Come funziona la 104 per i figli? Cosa non si può fare durante i permessi previsti dalla legge 104? Sono molte le domande ricevute che sollevano il problema degli aiuti previsti in gravidanza per i genitori a cui è stata riconosciuta la legge 104. In questo articolo abbiamo provato a fare un po’ di chiarezza su uno dei pilastri del sistema di tutela per le persone con disabilità, che permette l’accesso a diverse agevolazioni non solo ai diretti interessati, ma anche ai loro familiari.

Legge 104 e gravidanza: quali sono le agevolazioni per i genitori?

La Legge n. 104 del 1992 è stata istituita per garantire il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e di autonomia della persona disabile (articolo 1). La legge nasce per incoraggiare la piena integrazione in tutti i campi, partendo dalla famiglia e proseguendo nel percorso scolastico, nell’attività lavorativa e nella vita sociale.

La normativa prevede diversi benefici diretti per le persone in condizioni invalidanti, ma anche per i loro familiari. In particolare, vi sono delle misure specifiche dedicate ai genitori, anche nei casi delicati come, ad esempio, la nascita prematura di un figlio.

È importante sottolineare diversi aspetti, in modo particolare quello legato alla nascita di un neonato prematuro. Nel caso in cui il neonato nasca prima della trentesima settimana di gestazione, la sua salute può risultare molto delicata, richiedendo cure continue e un’assistenza specifica. In queste circostanze, la Legge 104 prevede un sostegno aggiuntivo per i genitori, offrendo sia congedi che maggiore flessibilità lavorativa.

Quali sono le agevolazioni con la Legge 104 per i neonati prematuri?

La Legge 104 riconosce un aiuto extra ai genitori di bambini nati prematuri. Si tratta della possibilità di ottenere l’estensione del congedo parentale, in modo che i genitori dispongano di più tempo da dedicare alla cura del neonato, la cui crescita può richiedere maggiore attenzione.

Attualmente, il congedo ha una durata di almeno dieci mesi; tuttavia, questo periodo può essere esteso fino a tre anni per i figli nati prematuri. Inoltre, la legge prevede permessi retribuiti, permettendo ai genitori di bilanciare l’impegno lavorativo con quello dedicato all’assistenza del minore, attraverso il riconoscimento di ore di permesso giornaliere o tre giorni di permesso mensile.

Cosa non si può fare durante i permessi?

È importante sottolineare che durante la fruizione dei permessi previsti dalla Legge 104/1992, il lavoratore beneficiario non può svolgere attività quotidiane al di fuori dell’abitazione, come ad esempio uscire per fare la spesa o ritirare la biancheria in lavanderia.

Figli disabili gravi: i permessi mensili Legge 104 e gravidanza

Il lavoratore che fruisce di permessi mensili, sia suddivisi in ore che in giorni interi, ha diritto alla regolare retribuzione e questi periodi sono coperti da contribuzione figurativa, valida ai fini dell’accesso alla pensione. Il diritto ai permessi è riconosciuto al genitore lavoratore dipendente, a prescindere dallo stato di disoccupazione o impiego dell’altro genitore.

Quali sono le agevolazioni per chi usufruisce della Legge 104? Le persone tutelate dalla Legge 104 hanno diritto a diverse agevolazioni, come una detrazione fiscale del 19%, ma anche all’applicazione dell’aliquota IVA agevolata nella misura del 4% per gli acquisti relativi a dispositivi tecnici e informatici, come modem, computer, telefoni, apparecchiature di domotica domestica e altri strumenti indispensabili a migliorare la vita quotidiana delle persone in condizioni invalidanti.

Quali sono le agevolazioni per i genitori di bambini con disabilità grave?

A questo proposito, è importante considerare che i genitori di bambini nati prematuramente a cui è stata riconosciuta una disabilità grave ai sensi dell’articolo 3, comma 3 della Legge 104, hanno diritto a diversi aiuti extra, tra cui:

  • Congedo straordinario: i lavoratori possono richiedere fino a due anni di congedo straordinario retribuito per assistere il bambino in condizioni di fragilità, con un’indennità pari all’ultima retribuzione;
  • scelta della sede di lavoro: i lavoratori possono scegliere una sede lavorativa più vicina al proprio domicilio, evitando trasferimenti forzati. Questa misura è regolata dalla legge n. 114 dell’11 agosto 2014;
  • permessi lavorativi: i genitori possono richiedere permessi giornalieri o mensili e frazionare i permessi in ore per facilitare la gestione delle esigenze quotidiane;
  • durata dei benefici: i diritti non si limitano al periodo post-nascita; se la disabilità persiste, possono continuare a usufruirne oltre i tre anni. Tuttavia, al compimento dei dodici anni, il diritto al congedo parentale decade, ma i permessi retribuiti rimangono.