I lavoratori in fabbrica potrebbero affrontare un problema nel 2025, con la riforma delle pensioni. Si tratta di una questione legata alla possibile perdita di opportunità, dato che le due misure che permettono di ritirarsi prima dei 62 anni di età potrebbero essere modificate. Così, l’accesso alla pensione anticipata potrebbe complicarsi, a causa delle restrizioni imposte dalla politica. Vediamo come i lavoratori in fabbrica possono andare in pensione anticipata.

Pensione anticipata per i lavoratori in fabbrica

Sono due le misure che attualmente permettono il pensionamento anticipato per i lavoratori in fabbrica. Non si tratta di una crisi del sistema previdenziale, ma nel 2025 i requisiti per l’accesso alla pensione per i lavoratori usuranti e gravosi potrebbero cambiare.

Tuttavia, è importante rimanere ottimisti: nonostante le misure Ape sociale, Opzione donna e Quota 103 siano in scadenza il 31 dicembre 2024, possono non essere rinnovate, non ci sono ancora nuovi paletti per impedire l’accesso alla pensione anticipata precoci e usuranti.

Come riporta investireoggi.it, Quota 41 per i lavoratori precoci, ad esempio, è già quasi inaccessibile, non tanto per il vincolo che richiede 12 mesi di contribuzione prima dei 19 anni di età, ma per i requisiti legati alla categoria. Infatti, questa misura è disponibile solo per disoccupati, caregiver, lavoratori usuranti e gravosi, e invalidi. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Pensione anticipata per i lavoratori precoci

Appartengono alla categoria dei lavoratori precoci coloro che hanno iniziato a contribuire prima dei 19 anni di età. Se questi lavoratori hanno maturato 41 anni di contributi, di cui almeno 35 effettivi, possono presentare la domanda per la pensione anticipata entro il 31 dicembre 2026.

I lavoratori precoci possono accedere a Quota 41 se si trovano in una delle seguenti condizioni:

  • stato di disoccupazione: dopo licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale e almeno tre mesi dalla fine del trattamento di disoccupazione;
  • invalidità: con un’invalidità civile pari o superiore al 74%;
  • assistenza a familiari disabili: se assistono da almeno sei mesi un parente convivente con handicap grave (ai sensi della legge 104/1992);
  • attività usuranti: lavoratori che svolgono attività faticose e pesanti, come previsto dal decreto legislativo 67/2011 (es. catena di montaggio, lavoro notturno, conducenti di mezzi pubblici).
  • lavori gravosi: dipendenti che hanno svolto attività “gravose” per almeno 7 anni negli ultimi 10 o per almeno 6 anni negli ultimi 7.

I lavoratori in fabbrica possono ritirarsi a 61 anni e 7 mesi di età

Un’ampia categoria di lavoratori può ritirarsi dal lavoro prima dei 67 anni di età, se rientrano nelle seguenti situazioni:

  • svolgono mansioni particolarmente usuranti;
  • lavorano di notte a turni o per l’intero anno;
  • sono addetti alla “linea catena”;
  • sono conducenti di veicoli con capienza di almeno 9 posti per il trasporto pubblico.

I lavoratori usuranti possono anticipare l’uscita dal lavoro a partire da 61 anni e 7 mesi fino a 64 anni e 7 mesi, con una contribuzione minima di 35 anni, a seconda della categoria di appartenenza. È essenziale che l’attività usurante sia stata svolta per almeno 7 anni negli ultimi 10, oppure per almeno metà della vita lavorativa complessiva.

Ad esempio, per i lavoratori notturni occupati per 64-71 giorni all’anno, le condizioni per andare in pensione sono le seguenti:

  • Dipendenti: Quota 99,6 (somma di età e anzianità contributiva), con un’età minima di 63 anni e 7 mesi e 35 anni di contributi;
  • Autonomi: Quota 100,6, con un’età minima di 64 anni e 7 mesi e 35 anni di contributi.

Come ritirarsi prima dei 62 anni di età?

Come detto innanzi, per i lavoratori in fabbrica, ritirarsi prima dei 62 anni è possibile principalmente attraverso due misure: Quota 41 per i lavoratori precoci e l’accesso anticipato per chi svolge lavori usuranti.

La misura Quota 41 precoci permette ai lavoratori che hanno iniziato un percorso lavorativo da giovani e che rientrano in specifiche categorie (disoccupati, invalidi, caregiver, ecc.) di andare in pensione con 41 anni di contributi, senza il vincolo anagrafico.

 Per i lavoratori che svolgono mansioni usuranti, invece, è possibile ritirarsi già a 61 anni e 7 mesi, con almeno 35 anni di contributi, a seconda della categoria di appartenenza.