Più che gli stracci, a volare sono veri e propri schiaffi, per quanto solo dialettici. Matteo Renzi, a margine dell’Assemblea Nazionale di Italia viva, racconta ai cronisti la sua versione dei fatti sul ‘suicidio’ (o omicidio?) del campo largo per le elezioni regionali previste in Liguria per questo 2024, attaccando duramente quello che, per lui, è il solo responsabile: Giuseppe Conte.

L’ex presidente del Consiglio lancia bordate verso il suo avversario politico, rendendo evidente una distanza – politica ma anche personale – che ai più scettici appariva fin da subito incolmabile.

Elezioni Liguria 2024, Renzi contro Conte: “Noi abbiamo fatto le unioni civili, lui i decreti Salvini contro i migranti”

Sorride, il leader di Italia viva, al suo arrivo oggi, 28 settembre 2024, all’Assemblea nazionale del suo partito. Sorride davanti ai cronisti che magari restano anche sorpresi di tanto buonumore, di fronte alla spaccatura che si è determinata nella giornata di ieri e che ha determinato il ritiro di Italia viva dalla corsa per le elezioni regionali in Liguria, dopo l’ennesimo veto posto dal Movimento 5 Stelle.

Si sono dunque avverate le previsioni di chi vedeva a rischio la coalizione in Liguria, dopo la rottura tra Pd e M5S sulle nomine per il Cda della Rai, a causa di nuovi, possibili veti di Conte e dei suoi sulla presenza di Italia viva in coalizione.

Veti puntualmente arrivati, che hanno sancito una rottura drammatica dalla quale sembra difficile (se non impossibile) tornare indietro nel centrosinistra, i cui propositi di campo largo appaiono ormai miraggi irraggiungibili.

Di fronte a un simile scenario e ai giornalisti presenti, tra cui Lorenzo Brancati di TAG24, Renzi sorride, confermando di essere particolarmente a suo agio quando la politica si trasforma in un gioco al massacro degno di “House of cards. Perché, celata dietro a quel sorriso, l’ex sindaco di Firenze nasconde un’offensiva al vetriolo contro i suoi avversari politici.

Renzi esordisce chiarendo che, sulla Liguria, la rottura è “definitiva“, aggiungendo un ironico e beffardo che perda il peggiore ai due candidati Andrea Orlando e Marco Bucci. Parla di un “gesto di generosità” fatto da Italia viva rinunciando a presentare il simbolo, cui è seguita la nuova richiesta dei Cinquestelle che “avrebbero scelto loro i nostri candidati“. Da qui la rottura, perché nessuno di noi rinuncia alla dignità, frase cui Renzi fa seguire un affondo contro Giuseppe Conte:

“Capisco che per Conte è difficile da capire perché, per noi, la dignità vale più di una poltrona mentre per uno come lui la poltrona vale più di tutto“.

Sul futuro la partita resta aperta ma, chiarisce con sguardo torvo e deciso, “non siamo disponibili ad andare con il cappello in mano“:

“Non dobbiamo fare l’accordo a tutti i costi, non ce l’ha ordinato il dottore. Se per fare l’accordo, dobbiamo rinunciare alle nostre idee, noi diciamo no. Rinunciamo alle poltrone ma non alla dignità”.

È a questo punto che Renzi torna a scagliarsi con parole pesantissime, ma pronunciate sempre con lo stesso sorriso tagliente, contro Conte, rievocando un passato di ostilità mai lontanamente sepolto tra i due. E, quindi, eccolo rivendicare di aver firmato la legge sulle unioni civili mentre il presidente pentastellato “ha bloccato le navi dei migranti insieme a Salvini“. Che Conte dia lezioni agli altri di centrosinistra fa un po’ ridere, aggiunge con una battuta velenosa Renzi.

Renzi ‘punge’ Schlein: “Mossa dei Cinquestelle per la leadership del centrosinistra”

Per quanto il suo bersaglio divenga ben presto il presidente Cinquestelle Giuseppe Conte, appare evidente come Renzi non intenda ‘fare prigionieri‘ quando conferma che Italia viva parteciperà alle elezioni politiche “con una lista di centrosinistra. Se alleata o no, lo scopriremo solo col tempo“.

Ricordando la disponibilità concessa da lui e da Italia viva a sedersi a un tavolo dopo l’apertura di Elly Schlein, l’ex segretario dem dichiara che i fatti recenti dimostrano “che la posizione di Conte ha vinto” rispetto alla linea del Pd e che Conte utilizza Italia viva per attaccare la leadership di Schlein. È a questo punto che il suo sorriso si fa ancora più marcato, quando afferma che la partita è tra di loro, lasciamogliela giocare e non ci mettiamo in mezzo.

Una frase che ricorda molto da vicino il ben noto proverbio sulla riva del fiume e il cadavere del nemico. O dei nemici.