Un assedio infernale, con esplosioni, fuoco e fumo che invadono la capitale del Libano. Israele ha lanciato durante la notte un’offensiva micidiale contro quello che, secondo fonti israeliane, sarebbe un quartier generale di Hezbollah, alla periferia sud della città. Un bombardamento massiccio su Beirut nel quale, secondo fonti israeliane, è rimasto ucciso Hassan Nasrallah, leader del partito sciita.

Nelle prime ore di oggi, 29 settembre 2024, il comando israeliano aveva definito “probabile” la sua morte. Indiscrezioni in parte confermate anche dal silenzio di Hezbollah sulle condizioni del suo leader…

Nasrallah è stato ucciso a Beirut? Da Hezbollah silenzio assoluto sulla sorte del leader

L’esercito israeliano ha dato, dunque, seguito alle parole di fuoco pronunciate ieri dal presidente israeliano Benjamin Netanyahu all’Onu. Un attacco che ha raso al suolo interi edifici nella zona sud di Beirut, con l’obiettivo ufficiale di colpire il quartier generale del partito sciita e alcuni dei suoi maggiori esponenti.

La notizia della morte di Nasrallah è ancora incerta. Le forze di difesa di Tel Aviv avevano inizialmente sostenuto che l’uccisione del numero uno di Hezbollah fosse “probabile“, poiché ritenevano impossibile che fosse sopravvissuto al raid distruttivo condotto dall’esercito, per poi confermare la sua morte con un post su X decisamente eloquente nel quale si legge:

Hassan Nasrallah non potrà più terrorizzare il mondo“.

D’altro canto, però, nessuna conferma ufficiale è pervenuta da Hezbollah. Tuttavia, alcune fonti vicine ai miliziani spiegano come Nasrallah sia ritenuto “non raggiungibile” dall’organizzazione.

Altri capi di Hezbollah uccisi nel raid israeliano

L’obiettivo di un attacco così imponente è spiegato dalla stessa Idf, che conferma l’uccisione di “un numero imprecisato” di alte cariche di Hezbollah.

Tra i comandanti uccisi confermati da Tel Aviv spiccano Ali Karake, capo del fronte meridionale del partito sciita, e i due comandanti dell’unità missilistica di Hezbollah: Mohammed Ali Ismaïl e il suo vice Hossein Ahmed Ismaïl.

L’Idf ha dichiarato di aver sferrato l’attacco per colpire “edifici civili nell’area di Dahiyeh a Beirut” sotto i quali si sarebbero trovati alcuni depositi di armi di Hezbollah. La zona colpita è quella della regione di Tiro, nel sud del Libano e alla periferia di Beirut. Tuttavia, il movimento islamista aveva subito denunciato l’infondatezza delle accuse israeliane.

Appare evidente adesso che l’obiettivo di Israele non fossero tanto le infrastrutture militari strategiche di Hezbollah ma il suo leader indiscusso.