Il debutto è in agenda per martedì 1 ottobre: dopo il passaggio formale in assemblea degli azionisti, convocata alle 12.30 per nominare il nuovo consiglio di amministrazione della Rai e proporre ufficialmente Giampaolo Rossi come amministratore delegato, nel pomeriggio si terrà al settimo piano di Viale Mazzini la prima riunione del board. Sul tavolo, la nomina di Rossi Ad e di Simona Agnes presidente in pectore: indicazione, quest’ultima, che diventerà efficace solo dopo la ratifica a maggioranza di due terzi in Vigilanza. Nella stessa seduta Rossi potrebbe poi anche scegliere il nuovo direttore generale: in pole position Roberto Sergio, in nome di quel patto della staffetta previsto all’inizio del mandato del vertice uscente.
Rai, Giampaolo Rossi Ad. Spunta un nome di garanzia per la Presidenza
Fin qui la road map, che dovrà però misurarsi con il clima di scontro politico e con la spaccatura nell’opposizione in cui si è consumata ieri l’elezione alle Camere dei quattro componenti di nomina parlamentare, Alessandro Di Majo, Federica Frangi, Antonio Marano, Roberto Natale: M5s e Avs hanno partecipato al voto, il Pd ha tenuto ferma la linea dell’Aventino voluta dalla segretaria Elly Schlein, chiamandosi fuori con Pd e Azione. Lo scoglio è ora la convalida di Agnes presidente, fortemente sostenuta da Forza Italia, a San Macuto: sulla carta al centrodestra mancano due voti sui 28 necessari, ma è da escludere che il centrosinistra possa dividersi di nuovo. “Le opposizioni unitariamente hanno già detto che se la maggioranza andrà avanti per la sua strada non parteciperanno al voto. Il M5s ha detto che non accetterà un candidato espressione di un partito, quindi spetta alla maggioranza trarne le conclusioni”, spiega la presidente della bicamerale, Barbara Floridia, respingendo al mittente le accuse ai Cinque Stelle di aver infranto il campo largo. La maggioranza non esclude di riuscire a trovare i consensi necessari, intanto contando sul fattore tempo: in base agli incastri dei lavori parlamentari, la Vigilanza potrebbe essere convocata non prima della seconda settimana di ottobre. E comunque c’è sempre la carta di una seconda votazione, magari dopo le elezioni in Liguria: nel frattempo la presidenza sarebbe affidata al consigliere anziano, l’evergreen Antonio Marano, eletto ieri in quota Lega. Non si può escludere, in ogni caso – si ragiona in ambienti del centrodestra – che dopo l’eventuale bocciatura di Agnes si punti su un nome di garanzia, per mantenere aperto il dialogo con il Pd, seconda forza parlamentare.