Naomi Campbell, la celebre supermodella, è stata recentemente coinvolta in uno scandalo che ha scosso il mondo della beneficenza. 

Un’inchiesta della Charity Commission del Regno Unito ha rivelato che la sua fondazione, Fashion for Relief, ha utilizzato i fondi raccolti per scopi personali, tra cui soggiorni in hotel di lusso, trattamenti SPA e acquisti di sigarette.

La commissione ha scoperto che solo l’8,5% delle donazioni raccolte tra il 2016 e il 2022 è stato effettivamente destinato a cause benefiche.

La super model è stata bandita dall’essere trustee di qualsiasi associazione caritativa per cinque anni.

Naomi Campbell e lo scandalo beneficenza, cos’è successo

La Charity Commission avrebbe rilevato gravi irregolarità nell’associazione di beneficenza di Naomi. Milioni di sterline, secondo l’inchiesta, sarebbero stati utilizzati per SPA di lusso, hotel a cinque stelle e, addirittura, per l’acquisto delle sigarette della modella.

Naomi, a Parigi e raggiunta dai giornalisti, ha dichiarato in lacrime: “Stiamo indagando da parte nostra, perché non ero io ad avere il controllo della mia organizzazione di beneficenza”, ha affermato. “Ho affidato il controllo a un avvocato, quindi stiamo indagando per scoprire cosa e come, dato che tutto ciò che faccio e ogni centesimo che raccolgo vanno in beneficenza“.

Secondo la Charity Commission dei 4,8 milioni di sterline generati da Fashion For Relief (l’associazione di beneficenza della super modella) tra il 2016 e il 2022, solo 389.000 sterline sono state donate a una buona causa. 

Tra le spese pazze che sono venute dopo l’inchiesta, sono emersi i dettagli secondo cui l’organizzazione ha speso 12.000 sterline per un volo a Nizza per trasferire opere d’arte e gioielli, oltre a 7.800 sterline per un soggiorno in un hotel di lusso per la modella.

La top model proprio oggi è stata insignita dell’onorificenza di Chevalier de l’Ordres des Arts et des Lettres

Proprio oggi Naomi ha ricevuto un riconoscimento prestigioso per il suo contributo al mondo dell’arte e della cultura. Emozionata fino alle lacrime, Campbell ha espresso profonda gratitudine per questo importante riconoscimento.

Dall’altro lato, tornano a galla le ombre sul passato della sua organizzazione benefica, Fashion For Relief. L’inchiesta della Charity Commission ha infatti svelato una gestione finanziaria tutt’altro che impeccabile. Sono emerse spese eccessive per eventi sfarzosi, come un gala a Cannes costato oltre 1,6 milioni di sterline, e benefici personali per la stessa Campbell, come un soggiorno di lusso in un hotel a cinque stelle.

Nonostante le donazioni effettuate a seguito dell’indagine, la commissione ha deciso di rimuovere Fashion For Relief dal registro delle organizzazioni benefiche del Regno Unito, a causa proprio della governance carente e della gestione finanziaria altamente inadeguata.

Dopo il caso Ferragni, anche questo caso solleva ulteriori interrogativi sulla trasparenza e sull’utilizzo dei fondi destinati a nobili cause.

Mentre Campbell viene celebrata per il suo contributo artistico, l’ombra delle accuse sulla sua organizzazione benefica getta una luce sinistra sulla gestione dei fondi raccolti in nome della solidarietà.

Com’è nato l’ente di beneficenza della Campbell

Naomi Campbell ha fondato Fashion For Relief nel 2005, ispirata dalla figura di Nelson Mandela, con l’obiettivo di utilizzare la sua influenza per aiutare chi è meno fortunato. L’organizzazione, che ha raccolto oltre 11 milioni di sterline grazie a sfarzosi eventi di gala, ha ricevuto molti riconoscimenti per il suo impegno filantropico.

Tuttavia, già dal 2021 sono emerse delle ombre sul funzionamento dell’ente. Il Mayor’s Fund for London ha infatti segnalato alla Charity Commission la mancata restituzione di un prestito di 50.000 sterline. In seguito a questa denuncia, è stata avviata un’indagine approfondita che ha portato alla chiusura dell’organizzazione.

Il contrasto tra l’immagine pubblica della Campbell, impegnata in cause umanitarie, e le accuse di cattiva gestione dei fondi ha sollevato interrogativi sulla trasparenza e sull’efficacia di molte organizzazioni benefiche.

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