Enrico Capecchi, morto a 89 anni, non lo trovate nelle enciclopedie del calcio ma il quotidiano “Il Tirreno” gli dedica un articolo, una pagina bellissima di letteratura sportiva perché è tra gli inventori del Gabbione, “un moderno Colosseo di 25 metri per dieci dove la palla non esce mai, dove la sponda diventa la migliore delle amanti se la giocata ti riesce o la nemica più acerrima se la palla non te la restituisce come tu vorresti”.
“Oggi siamo qui, tristi, malinconici, con la lacrima a stento repressa, a dire grazie ad Enrico Capecchi, che del gabbione fu uno dei padri fondatori, dei padri costituenti. Enrico se n’è andato a 89 anni, dopo una vita spesa a inseguir palloni, livornese puro, sanguigno: il suo era il calcio di dominio mentale, prima che tecnico, che condivideva con i sodali degli anni ruggenti: Costanzo Balleri, Mauro Lessi, e soprattutto Armando Picchi. A loro, che di calcio non erano mai sazi, nemmeno dopo stagioni consumate a vincer Coppe dei Campioni o masticare il pane duro del calcio di provincia, l’estate di mollezze, bagni, tintarella e partite a scopone non bastava, non poteva bastare”.
Se n’è andato Enrico Capecchi, uno dei padri fondatori
Il giornale ricorda che i “Bagni Fiume furono il laboratorio, la bottega del Verrocchio dove Leonardo da Vinci-Picchi immaginò il capolavoro: il campetto da basket in cemento, utilizzato dai boys livornesi tra un bagno e l’altro, venne trasformato proprio dal capitano dell’invincibile Inter in un’arena con tanto di rete di recinzione e porte piccolissime, dove il gol era un Sacro Graal da conquistare, roba per piedi goniometrici”. Anche Massimiliano Allegri ha imparato a giocare al Gabbione dove anche i campioni della Grande Inter provarono ad esibirsi.