Attenzione! L’Agenzia delle Entrate ci avvisa che, “se ricevete email sulla definizione bonaria, si tratta di una nuova truffa online. Non c’è pace per i contribuenti italiani: dopo le truffe via email sul 730/2024 e sul recupero fondi, ora arriva quella della definizione bonaria.
Negli ultimi tempi, è partita una vera e propria corsa alle truffe online o inganni informatici basati su falsi messaggi inviati con il logo dell’Agenzia delle Entrate. Senza esitazioni, minando la tranquillità di molti contribuenti, questa nuova truffa ha già colpito più di quanto si potesse prevedere.
L’obiettivo dei malfattori è chiaro: sfruttare la buona fede dei contribuenti ed estorcere ingenti somme di denaro. I contribuenti, ignari dell’inganno, credono di liberarsi rapidamente di un problema riducendo sanzioni e interessi, mentre in realtà cadono nella rete ingannevole di malfattori. Vediamo come funziona questa nuova truffa sulla definizione bonaria.
Agenzia delle Entrate: email truffa
Dopo settimane di comunicati, allerte e iniziative divulgative riguardo alla massiccia presenza di email truffa con il logo dell’Agenzia delle Entrate, una nuova truffa è già stata lanciata.
Nell’immediato, l’Agenzia delle Entrate ha divulgato i punti salienti di questa email truffa, invitando i contribuenti a prestare molta attenzione alle comunicazioni provenienti da qualsiasi fonte ufficiale.
I malfattori inviano un’email apparentemente sottoscritta da un presunto “Capo del Servizio Accertamenti Fiscali”, in cui il contribuente viene invitato a rispondere. La lettera contiene allegati simili a quelli ufficiali dell’Agenzia delle Entrate, riportando notifiche di atti fasulli, ma soprattutto indicazioni riguardanti sanzioni fiscali e costi esorbitanti. Per appianare ogni questione, il contribuente viene invitato a rispondere immediatamente, ma viene indirizzato a un’email che non ha alcun legame con l’Agenzia delle Entrate.
Aderire a tale richiesta comporta la ricezione di un secondo messaggio, con il logo dell’Agenzia e la firma del Direttore, in cui viene richiesto un pagamento di 30.000 euro come presunta “ammenda transattiva”, insieme a ulteriori dati personali.
Come riportato da fiscooggi.it, questo tentativo di phishing è piuttosto sofisticato. Non solo viene chiesto il pagamento di cifre esorbitanti, ma se il contribuente completa la procedura e fornisce i propri dati, rischia di essere coinvolto in un circolo vizioso di false comunicazioni, ricevendo ulteriori contatti via telefono, SMS e altre email truffa.
Come riconoscere una truffa via email
L’Agenzia delle Entrate è completamente estranea a qualsiasi comunicazione che richieda pagamenti via email.
Per riconoscere una truffa, si consiglia di prestare attenzione a diversi dettagli, tra cui:
- la fonte dell’indirizzo email del mittente: è importante verificare che l’indirizzo provenga da un dominio ufficiale, come ad esempio @agenziaentrate.gov.it;
- prestare attenzione alla dicitura del logo o della firma: eventuali errori indicano contraffazioni;
- il tono della lettera: nelle email di phishing si cerca di allarmare il contribuente, creando un senso di urgenza per farlo agire rapidamente e senza riflettere;
- ricordare che le istituzioni ufficiali non richiedono dati personali via email.
Agenzia Entrate email truffa da tenere d’occhio
Come detto, oltre alle truffe già menzionate, ce ne sono molte altre in circolazione, non sempre facili da individuare. Ad esempio, sono diffuse le truffe legate a falsi rimborsi fiscali o investimenti promettenti che richiedono il pagamento di imposte anticipate.
In generale, qualsiasi comunicazione che invita a confermare o effettuare un pagamento con la promessa di un vantaggio economico deve essere considerata con grande sospetto.
I truffatori, per ingannare i consumatori, sfruttano due punti principali: l’uso massiccio degli strumenti online e la complessità delle operazioni fiscali.
Per maggiori dettagli, si rimanda all’avviso del 25 settembre 2024.