L’Austria si prepara a votare per le elezioni legislative di domenica 29 settembre 2024. La campagna elettorale si concentra su temi cruciali come l’immigrazione e l’inflazione. Nel frattempo, il paese sembra orientarsi sempre più verso i populisti di destra dell’Partito della Libertà d’Austria (FPÖ), suggerendo un possibile spostamento verso posizioni più conservatrici e nazionaliste.
Le elezioni in Austria del 29 settembre 2024
Per la prima volta, un partito euroscettico e di estrema destra potrebbe vincere le elezioni in Austria. L’FPÖ ha visto crescere il proprio consenso a livelli storici nelle elezioni europee dello scorso giugno diventando così il primo partito davanti allo schieramento conservatore del Partito Popolare Austriaco (ÖVP) del cancelliere Karl Nehammer e ai socialdemocratici dell’SPÖ.
Il leader del Partito della Libertà d’Austria, Herbert Kickl, punta a diventare il nuovo cancelliere del paese. Il recente successo del suo partito è un dato significativo in linea con le elezioni legislative dove l’FPÖ registra ormai da 18 anni un trend in crescita dei consensi.
I temi principali
La campagna elettorale del 2024 in Austria è dominata dalle preoccupazioni degli elettori riguardo all’immigrazione, all’inflazione e alla guerra in Ucraina. Gli economisti avvertono che l’economia austriaca sta attraversando la recessione più lunga dal secondo dopoguerra, un periodo di crisi che dura ormai da oltre due anni.
L’inflazione rimane alta, il mercato del lavoro è in calo e i costi dell’energia restano elevati. Di fronte all’alto prezzo dell’energia, il nuovo governo dovrà attuare una diversificazione delle risorse energetiche. La questione della guerra in Ucraina è un altro tema di grande rilievo nella campagna elettorale. Nonostante l’Austria sostenga le sanzioni contro la Russia e si schieri contro l’aggressione, il paese continua a importare gas naturale dalla Russia.
I sondaggi e i possibili scenari
Sebbene nessuno degli schieramenti politici sia certo della vittoria, i sondaggi mostrano una competizione molto ravvicinata tra l’FPÖ e l’ÖVP. Il Partito della Libertà è al 27 per cento, l’ÖVP al 25 per cento, e i Socialdemocratici di centrosinistra al 21 cento. I Verdi e il partito liberale NEOS avrebbero rispettivamente circa il 9 per cento dei consensi.
Se l’FPÖ dovesse vincere, sarebbe un evento significativo nella storia del paese. Tuttavia, il partito non avrà la possibilità di governare da solo e dovrà probabilmente formare una coalizione con altre forze politiche. Il leader dei socialdemocratici, Andreas Babler, ha escluso la possibilità di formare un’alleanza con l’estrema destra. L’ÖVP potrebbe optare per formare una coalizione con l’FPÖ o sostenere un possibile accordo tripartitica con i socialdemocratici, i liberali di Neos e i Verdi. In ogni scenario, sembra che i conservatori dell’ÖVP potrebbero emergere come i kingmaker delle prossime elezioni.
I programmi delle forze politiche
Il leader dell’FPÖ è determinato a cambiare radicalmente il paese. Tra le sue richieste spiccano la cessazione delle sanzioni contro la Russia e una forte critica agli aiuti militari occidentali all’Ucraina. Il programma del partito riflette un forte orientamento verso politiche nazionaliste e restrittive. Il partito punta a rendere la nazione più “omogenea” attraverso una serie di misure come un controllo severo delle frontiere. Sostiene la sospensione del diritto d’asilo con una “legge di emergenza” come proposta recentemente dal governo olandese. Prevede anche la “reimmigrazione” ovvero il rimpatrio forzato di persone con background migratorio. Una proposta simile è stata fatta anche dal partito di estrema destra tedesco, l’AfD.
I socialdemocratici si collocano esattamente all’opposto dell’estrema destra dell’FPÖ, promuovendo politiche più progressive e inclusive. Sul tema dell’immigrazione mantiene una linea più liberale con una ridistribuzione dei richiedenti asilo che gravi meno sull’Austria.
Nel frattempo, il partito conservatore di Nehammer continua a ottenere consensi, grazie alla sua affermazione di aver adottato una linea più rigida sull’immigrazione. Tuttavia, l’ÖVP ha affrontato critiche per i fallimenti degli ultimi governi non solo in ambito economico e migratorio, ma anche nella gestione della pandemia di COVID-19, quando nel 2022 è diventato il primo paese europeo a introdurre un obbligo vaccinale contro il coronavirus che poi non è stato attuato.