A nulla sono valse le richieste dell’Occidente e dei Paesi arabi nelle scorse ore. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha detto nella giornata di oggi 26 settembre 2024 che non ci sarà nessun cessate il fuoco e che i combattimenti in Libano proseguiranno. L’ufficio del primo ministro israeliano ha smentito l’apertura a una tregua da parte di Israele in vista dell’avvio di nuovi colloqui.

La proposta avanzata dai diplomatici francesi e statunitensi potrebbe restare senza risposta. Il premier non ha ordinato negli scorsi giorni alle Idf di attenuare gli attacchi in Libano anzi ha invitato le truppe a colpire con più forza per stanare i miliziani di Hezbollah.

Guerra tra Israele e Libano oggi 26 settembre 2024

La pace in Medio Oriente è lontana. Tra ieri ed oggi il ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot ha proposto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite un accordo congiunto con gli Stati Uniti per un cessate il fuoco di 21 giorni in Libano, da giorni sotto attacco delle truppe israeliane. Barrot ha spiegato che Francia e Usa lavorano incessantemente per lo stop ai combattimenti.

Non c’è solo l’Occidente a chiedere il cessate il fuoco. Diversi Paesi arabi hanno chiesto una tregua di 21 giorni in Libano, dove gli attacchi tra Israele e Hezbollah potrebbero portare ad un’escalation in Medio Oriente. Il cessate il fuoco permetterebbe ad Hamas e Tel Aviv di lavorare a un accordo per la fine del conflitto iniziato lo scorso 7 ottobre.

Gli Usa e gli Stati membri dell’Ue hanno chiesto ad Israele di dare una risposta sul ‘cessate il fuoco di 21 giorni’ entro poche ore. All’appello per la tregua si sono uniti anche gli Stati membri del G7, l’Arabia Saudita, il Qatar e gli Emirati. Qualche ora dopo Doha ha specificato che l’accordo per il cessate il fuoco in Libano non è necessariamente connesso alla tregua a Gaza.

Il ‘no’ categorico di Netanyahu e dell’estrema destra

Il premier Netanyahu ha detto che i combattimenti in Libano non termineranno e che l’idea di un cessate il fuoco non è presa minimamente in considerazione. Alle dichiarazioni del primo ministro si è unito anche il ministro dell’Economia di estrema destra Bezalel Smotrich. Secondo il leader ultraconservatore in questo momento è prioritario eliminare Hezbollah.

Stando all’ultimo aggiornamento diffuso dalle Idf gli aerei da combattimento hanno colpito durante la notte circa 75 obiettivi di Hezbollah in Libano. Altri obiettivi sono stati colpiti nel sud del Paese e nella valle della Beqaa dove si trovavano depositi di armi, lanciarazzi, edifici utilizzati dal gruppo terroristico, agenti operativi e altre infrastrutture.

Timida apertura alla proposta anglo-francese da parte dell’opposizione israeliana. Per l’ex premier Yair Lapid, Israele dovrebbe accettare parzialmente l’appello per una tregua immediata tra Israele e Hezbollah, ma solo per sette giorni e non 21. Il timore è che Hezbollah ed Hamas possano riorganizzarsi nel giro di ventuno giorni e sferrare nuovi attacchi a Israele.

Ieri in merito agli scontri tra Hezbollah e l’esercito di Tel Aviv si è espresso il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani.

La risposta di Hezbollah agli attacchi israeliani

Non si è fatta attendere la risposta di Hezbollah agli attacchi dell’Idf. Decine di razzi sono stati lanciati su Acri, città della Galilea occidentale, nel distretto settentrionale di Israele. Alcuni razzi sono stati intercettati e al momento non ci sono indicazioni di vittime o ferite. Il Partito di Dio non ha attaccato il territorio israeliano per 19 ore in attesa di risposte sul cessate il fuoco.

Le forze di difesa israeliane hanno annunciato in tarda mattinata una nuova ondata di attacchi aerei contro obiettivi di Hezbollah in Libano. Dopo il lancio di missili da parte del gruppo armato sciita anche il ministro degli Esteri Katz si è detto contrario ad accordi per la tregua. Il titolare del dicastero degli Affari internazionali ha confermato che gli attacchi contro il Libano continueranno.

Nell’attacco aereo israeliano in Libano un edificio è stato colpito uccidendo diversi lavoratori siriani e le loro famiglie, sono 23 le persone che hanno perso la vita. I caccia israeliani hanno colpito un’infrastruttura al confine tra Siria e Libano che, secondo l’Idf, era utilizzato da Hezbollah per contrabbandare armi usate contro Tel Aviv.

Le famiglie degli ostaggi contro Netanyahu

Le famiglie degli ostaggi israeliani ancora detenuti a Gaza da quasi un anno stanno esortando Israele a garantire che qualsiasi possibile accordo di cessate il fuoco con Hezbollah includa disposizioni per la guerra a Gaza. Gil Dickmann, il cui cugino è stato rapito ed è stato uno dei sei israeliani giustiziati da Hamas nei tunnel di Gaza ad agosto 2024, afferma che le famiglie degli ostaggi si sentono trascurate dal governo mentre l’attenzione si sposta sul fronte libanese.

Finora sono oltre 22mila le persone sono fuggite dal Libano in Siria attraverso due dei valichi di frontiera, da quando sono iniziati gli intensi bombardamenti israeliani sul Paese dei Cedri. Più di 6000 libanesi e circa 15000 siriani sono entrati attraverso il valico principale di Jdeidet Yabus, il valico di Masnaa per il Libano, ha affermato una fonte della sicurezza siriana.

La Turchia sta pianificando l’evacuazione dei cittadini dal Libano. il portavoce del Ministero della Difesa di Ankara, l’ammiraglio Zeki Akturk, che ha ribadito l’appello della Turchia a fermare l’escalation in corso. Nel primo pomeriggio le forze armate israeliane hanno attaccato Beirut.