Falsi pensionati all’estero: via alla seconda fase dei controlli. Ecco le sanzioni previste.

Negli ultimi anni, il numero di pensionati italiani che si trasferiscono all’estero è cresciuto in maniera esponenziale. Molti lo fanno per beneficiare di regimi fiscali agevolati o del costo della vita inferiore in altri paesi, ma alcune persone dichiarano di vivere all’estero solo per godere di questi benefici, pur mantenendo di fatto la propria residenza in Italia.

Questo fenomeno ha generato un aumento delle truffe, con pensionati che risultano formalmente residenti in paesi stranieri, ma che in realtà continuano a vivere in Italia o, in molti casi, sono deceduti e i loro eredi continuano a percepire le pensioni in loro nome. Le frodi legate ai falsi pensionati all’estero danneggiano l’intero sistema previdenziale. Non solo minano la fiducia nei confronti dell’INPS, ma creano anche un costo ingiustificato per la collettività. Questi abusi sottraggono risorse che potrebbero essere destinate ad altri pensionati o investite in servizi pubblici.

Falsi pensionati all’estero: via alla seconda fase dei controlli INPS

La prima fase dei controlli, avviata nel 2023, si è concentrata principalmente su verifiche documentali e su scambi di informazioni con gli istituti previdenziali dei paesi esteri. L’INPS ha avviato collaborazioni con enti previdenziali in Europa e nel mondo, sfruttando i meccanismi di scambio automatico dei dati per incrociare le informazioni sulle residenze e sulle percezioni delle pensioni.

Questa fase ha portato alla scoperta di numerosi casi di pensionati “fantasma”, che continuavano a riscuotere la pensione nonostante fossero deceduti o che risultavano residenti in paesi dove non si trovavano realmente. Molti eredi continuavano a incassare le somme, a volte per anni, senza che l’INPS fosse a conoscenza della morte del beneficiario.

Con il successo della prima fase, l’INPS ha deciso di intensificare le verifiche, lanciando una seconda fase di controlli più approfonditi. Questa volta, le verifiche non si limitano solo allo scambio di dati con le autorità estere, ma prevedono anche controlli fisici e confronti più dettagliati. Il processo include l’invio di notifiche e richieste di documentazione aggiuntiva ai pensionati che risultano residenti all’estero, con l’obbligo di fornire prove concrete del loro effettivo soggiorno in quei paesi.

Inoltre, sono stati predisposti controlli INPS sui flussi bancari per individuare movimenti sospetti che possano indicare la percezione della pensione in Italia. Questi controlli consentono di identificare casi in cui i pensionati risultano residenti in paesi esteri, ma spendono la maggior parte dei loro soldi in Italia, segnale che potrebbe indicare una falsa dichiarazione di residenza.

Un altro aspetto innovativo di questa seconda fase riguarda il rafforzamento della collaborazione con le ambasciate e i consolati italiani all’estero. Questi enti avranno il compito di verificare l’effettiva presenza dei pensionati italiani residenti nei loro paesi di competenza. Ciò consentirà un controllo più puntuale e specifico per evitare frodi.

Falsi pensionati all’estero: sanzioni previste

Per chi verrà scoperto a dichiarare falsamente la propria residenza all’estero o per chi incassa una pensione destinata a un parente deceduto, sono previste sanzioni severe. In molti casi, l’INPS potrà richiedere la restituzione delle somme percepite indebitamente, oltre a segnalare i casi alla magistratura per eventuali procedimenti penali. Le sanzioni amministrative potrebbero includere la sospensione immediata della pensione e l’obbligo di rimborsare l’intero ammontare delle somme indebitamente riscosse.

Le sanzioni non riguardano solo i pensionati stessi, ma anche i loro familiari. Coloro che continuano a incassare la pensione di un defunto o che forniscono documentazione falsa per supportare dichiarazioni di residenza all’estero saranno soggetti a misure punitive.

Falsi pensionati all’estero: impatto del controllo sul sistema previdenziale

L’iniziativa dell’INPS ha ricevuto l’appoggio delle istituzioni italiane, in quanto considerata un passo essenziale per ridurre gli sprechi e migliorare la sostenibilità del sistema pensionistico. Il risparmio derivante dall’eliminazione dei falsi pensionati può essere reinvestito in miglioramenti ai servizi per i pensionati legittimi o per l’aumento delle pensioni minime.

È chiaro che un sistema previdenziale solido richiede una lotta costante contro le frodi e le inefficienze. Questo tipo di operazioni rafforza la trasparenza e la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni.