Energie rinnovabili, altro bel passo in avanti. Dalle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e il loro che occupano nella realizzazione di un’efficace transizione energetica sono stati al centro dell’incontro organizzato molto importante a Roma, nella sede dell’Anci, da Albatros con il patrocinio di Anci, Automobile Club d’Italia, Ulpi ed Earth Academy.
L’evento è coinciso con la nascita della prima delle sette fondazioni a guida pubblica e ha sancito un consenso unanime sull’importanza di coinvolgere le comunità locali e i cittadini per assicurare una svolta energetica che muova dal basso e sia radicata su tutto il territorio nazionale. Il dibattito, che ha dato voce ai principali enti e organizzazioni impegnate nel promuovere le CER, è stato seguito da un folto pubblico in presenza e da oltre mille persone collegate via streaming.
Superamento delle fonti fossili; collaborazione tra Regioni, Comuni, famiglie e imprese; adeguamento delle norme; costruzione di una rinnovata fiducia e di un vero spirito di squadra tra tutti gli attori coinvolti sono stati alcuni dei temi affrontati nel corso dell’incontro, intitolato “Aree Idonee: le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e gli edifici esistenti come alternativa al danno ambientale”, che ha permesso di approfondire tutti gli aspetti rilevanti per assicurare il futuro delle CER.
Energie Rinnovabili, Sticchi Damiani: “La vera e unica sfida è salvare l’ambiente”
“La carta vincente è poter contare su una squadra di persone, uomini e donne, che hanno un importante ruolo nel mondo associativo, sportivo, culturale, economico e sono cittadini accomunati da uno stesso denominatore: rendere sostenibile il proprio territorio per le generazioni future. Oggi solo la sinergia permette di ottenere risultati, come ad esempio quella nata con l’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia (Ulpi)”, le parole di Roberto Pella, presidente facente funzioni dell’ANCI, che ha anche ricordato la proficua collaborazione in questo campo con i ministri Picchetto Fratin e Urso.
Il presidente dell’Aci Angelo Sticchi Damiani ha richiamato l’attenzione sul parco auto dell’Italia e sulla necessaria semplificazione: “La vera sfida in questi anni è salvare l’ambiente e ridurre gli eventi catastrofici. In questo senso, le Comunità energetiche rinnovabili sono una bella soluzione, ma occorre semplificare la normativa che è troppo complessa. È difficile convincere un proprietario di un’auto euro zero a passare all’auto elettrica se non lo facilitiamo in tutti i modi. In Italia ci sono ben otto milioni di macchine fantasma che non sono in regola e abbiamo il parco auto più vecchio d’Europa. Ci siamo proposti di effettuare gratuitamente una ricerca nelle nostre banche dati per rispondere a una domanda: queste macchine dove sono finite? Sono piccole bombe ecologiche che devono essere smaltite in modo corretto”.
“Riteniamo le CER di giovamento per tutti i 6.300 comuni in cui operiamo. Per avere successo è però necessaria una capillare attività informativa che sia condivisa e ci consenta di calare al meglio i nostri interventi sul territorio, rendendo più incisiva la nostra azione. Se alcune Regioni si sono attrezzate con norme specifiche, altre contano invece più sulla volontà dei comitati promotori. Abbiamo lavorato in tutta Italia e continueremo a farlo: è un’occasione da sfruttare in modo sistematico e un’opportunità per tutti”, ha sottolineato Antonino La Spina, presidente nazionale Ulpi.
Fausto Faggioli, presidente Earth Academy, ha ricordato che sono oltre 100 i Comuni coinvolti nello sviluppo delle CER attraverso la Rete Albatros e come il processo non sia stato calato dall’alto: “Icomuni sono un punto fermo in questo ambito, in modo particolare quelli piccoli delle aree interne, anche per frenare l’esodo dei giovani”.
Infine, Enzo Prato, Responsabile CER di Albatros, si è soffermato sul caso della Sardegna: “La CER Sardegna è un esempio concreto di come gli enti pubblici possano partecipare a un percorso di transizione energetica senza che questo rappresenti un eccessivo onere in termini di risorse economiche e umane per la costituzione del soggetto giuridico. Questo modello permette a tutti gli enti pubblici che sposano l’iniziativa di aderire gratuitamente a una fondazione, acquisendo il ruolo di soci fondatori e senza perdere nulla in quanto a visibilità e rappresentanza territoriale”.