L’appuntamento è per domani, 26 settembre 2024, presso la sede della Corte di Cassazione a Roma dove, il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, insieme ai membri del Comitato Referendario per l’abrogazione della Autonomia Differenziata, consegnerà le firme raccolte contro la Legge Calderoli.
Nel frattempo lo scontro politico entra in una nuova fase con il caso Lep, che nelle ultime ore vede al centro delle polemiche l’operato del Comitato per l’individuazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni a seguito di alcune indiscrezioni apparse sugli organi di stampa e relative proprio alle procedure per l’individuazione dei Lep, ovvero, per la quantificazione delle risorse da destinare alle regioni per finanziare le prestazioni essenziali.
Referendum Autonomia, domani il deposito delle firme in Cassazione
Domani mattina il comitato referendario consegnerà presso la Corte di Cassazione tutte le firme raccolte per il Referendum abrogativo della Legge Calderoli sull’Autonomia differenziata. La raccolta firme era iniziata il 22 luglio scorso e aveva subito fatto registrare un’ampissima partecipazione raggiungendo in poche settimane il quorum delle 500 mila firme, sia online che cartacee. L’obiettivo successivo, molto più ambizioso, era quello del raggiungimento del milione di sottoscrizioni per lanciare un segnale forte al Governo. Obiettivo che sembra essere stato raggiunto. Adesso bisognerà attendere che l’iter si completi prima di sapere se in primavera gli italiani saranno chiamati a esprimere la propria opinione sulla riforma.
Un segnale forte quello arrivato dalla campagna referendaria che evidenzia la preoccupazione tra gli italiani per gli eventuali squilibri che la legge 86/2024, potrebbe creare tra le diverse regioni d’Italia dividendo il paese in regione di serie A e regioni di serie B.
Scoppia caso Lep, Bonelli: “Se vero sarebbe gravissimo. Si sta determinando una secessione”
Preoccupazioni che in queste ore sono al centro dell’ennesimo scontro tra maggioranza e opposizione a seguito delle indiscrezioni trapelate in relazione al lavoro del Comitato per l’individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni. Il comitato, infatti, avrebbe ipotizzato, per determinare il calcolo dei Lep, il ricorso a indicatori che tengono conto di criteri che potrebbero penalizzare – o almeno questo è il timore delle opposizioni – le regioni del sud. Si tratterebbe di criteri come le caratteristiche dei diversi territori, il clima, costo della vita e agli aspetti socio demografici della popolazione residente.
Un meccanismo che secondo molti potrebbe determinare diseguaglianze tra territori e regioni, tanto che i deputati democratici della Commissione Affari costituzionali della Camera hanno chiesto un’audizione urgente del presidente del Comitato, Sabino Cassese.
“Le prime indiscrezioni delle modalità di calcolo dei Lep destano grande preoccupazione perché sarebbero determinate in base alle caratteristiche dei diversi territori, clima, costo della vita e agli aspetti socio demografici della popolazione residente. Una logica che mortifica interi territori, prevalentemente le aree del mezzogiorno e quelle interne, e genera gravi discriminazioni a livello nazionale”.
Hanno dichiarato i deputati del Pd Simona Bonafè, Matteo Mauri, Federico Fornaro, Gianni Cuperlo.
Sulla vicenda è intervenuto anche il leader di AVS, Angelo Bonelli.
“La proposta Cassese, quando la leggeremo, se sarà quella di cui tutti parlano sarà un fatto veramente grave perché evidenzierà come si sta determinando la secessione attraverso l’Autonomia differenziata. Un’Italia di serie A, B e C a seconda della differenziazione del costo della vita. La domanda è: ma non siamo cittadini italiani e dovremmo avere tutti gli stessi diritti? È il motivo per cui domani presenteremo oltre un milione di firme in assazione.”