Il prossimo 8 ottobre Enrico Brignano debutterà al Teatro Sistina di Roma con lo spettacolo “I 7 Re di Roma”. L’attore romano ripropone questo grande classico, targato Garinei e Giovannini, cercando un equilibrio tra la tradizione e i tempi moderni, con un adattamento rispettoso del precedente ma sicuramente più corrispondente al gusto e ai tempi di oggi. I mitici sette re all’origine della fondazione di Roma si susseguiranno, in un rocambolesco alternarsi di travestimenti di Brignano, tra canzoni, balli e vicende più e meno note, riconducibili agli albori della storia. Brignano ci riporterà indietro nel tempo e sarà affiancato da una compagnia giovane e brillante. Noi di Tag24 lo abbiamo video intervistato in esclusiva: ecco cosa ci ha raccontato.

Enrico Brignano I 7 Re di Roma, l’omaggio a Gigi Proietti

Scritto da Gigi Magni e musicato da Nicola Piovani, “I 7 Re di Roma” è una sfida importante per Enrico Brignano. Quando andò in scena per la prima volta nel 1989, protagonista era il grande Gigi Proietti. A distanza di 35 anni dalla messa in scena dello spettacolo, il comico romano ha deciso di riproporlo per rendere omaggio proprio al suo maestro, Proietti. Ai nostri microfoni ha rivelato:

“Un omaggio doveroso a Gigi che aveva interpretato egregiamente questi 7 Re di Roma. Uno spettacolo indimenticabile e insuperabile, uno dei suoi grandi capolavori. Il talento di Gigi è incommensurabile e quindi dico questo con cognizione di causa. Questo però è un omaggio anche a chi ha scritto l’opera e cioè Gigi Magni e chi ha diretto lo spettacolo 35 anni fa, Pietro Garinei, e chi ha musicato, Nicola Piovani. E’ uno spettacolo pieno di musica e di canzoni. Non ho il talento canoro del maestro ma cercherò di vendere cara la pelle”.

Rispetto al testo originale, Enrico Brignano ha deciso di introdurre delle modifiche. Il comico romano ha rivisto insieme a Manuela D’Angelo l’opera originale di Magni per accorciarla a due ore e renderla più attuale:

“Ci sarà una riduzione, abbiamo tolto alcune parti senza tradire ovviamente il testo originale. Lo abbiamo fatto per renderlo più fruibile da un pubblico come quello moderno che si annoia prima e che è meno abituato alle lunghe rappresentazioni di una volta. Così anche i genitori potranno portare anche i loro figli più piccoli”.

Il confronto tra la Roma di ieri e di oggi

E’ inevitabile poi porre una domanda a Enrico Brignano sulla Roma di ieri. Cosa possiamo imparare dalla storia del passato? Il comico romano ci ha risposto così:

“Possiamo imparare tutto. Vedendo questo spettacolo possiamo imparare una cosa importante e cioè che non dobbiamo dimenticarci del nostro passato. Purtroppo la storia si ripete sempre per le cose peggiori. Quello che sta succedendo oggi nel mondo, in questa città c’è sempre stato e leggendo il testo mi sono reso conto che tradimenti a ripetizione, guerre, morti illustri dimenticati ci sono stati anche prima. Tutto questo fa lezione”.

Uno spettacolo in cui Brignano ci mostra come nonostante il tempo che passi, la natura dell’uomo resta sempre la stessa.

Tra gli obiettivi di Brignano poter dare l’occasione ai giovani di poter far rivivere loro l’emozione di uno show come questo:

“Mi fa ben sperare il fatto che i miei figli, che hanno 7 e 3 anni, conoscono a memoria tutti brani dello spettacolo: li cantano e se io sbaglio, mi correggono perché il pubblico dei bambini è implacabile. Quando a casa ripassavo i testi e loro mi chiedevano di raccontare una favola la sera, gli ho descritto le gesta di personaggi come Romolo, Numa Pompilio, Anco Marzio, del gigante Caco e di Ercole. E le hanno recepite con grande attenzione”.

Le date dello spettacolo

Dopo il debutto al Teatro Sistina di Roma, lo spettacolo farà tappa in altre città italiane: a Torino (Teatro Alfieri dall’11 dicembre), Padova (Gran Teatro Geox dal 18 dicembre), Bologna (Europaditorium dal 9 gennaio 2025), Bari (Teatro Team dal 22 gennaio), Napoli (Teatro Augusteo dal 30 gennaio), Milano (Teatro Arcimboldi dal 19 febbraio), Firenze (Teatro Verdi dal 6 marzo) e Catania (Teatro Metropolitan dal 23 marzo).