Un incubo durato un’ora, nelle mani del suo aguzzino, in sottopasso buio e pieno di rifiuti senza la possibilità di scappare. Vittima dello stupro una donna di 42 anni, di ritorno a casa dopo una serata con le amiche. L’ennesimo episodio di violenza a Roma, avvenuto nella notte tra domenica 22 e lunedì 23 settembre 2024 in pazza della Croce Rossa, nei pressi di Porta Pia.

L’aggressore- un 39enne senza fissa dimora di origini marocchine, con diversi precedenti penali- è stato arrestato. Ma quanto accaduto ha riacceso i riflettori sui sottopassaggi, luoghi abbandonati e ormai utilizzati solo come discariche e accampamenti abusivi di clochard.

La loro pericolosità non è di certo una novità per i residenti, che da tempo denunciano il degrado della zona. Come evidenziato a TAG24 da Paolo Peroso, presidente dell’associazione Amici di Porta Pia. “La lista degli episodi di violenza è lunga: qualche anno fa una donna brasiliana è stata uccisa in una faida interna tra i senzatetto” ricorda.

Stupro nel sottopasso di Porta Pia a Roma, Peroso: “Combatto da anni per riqualificare la zona”

Paolo Peroso tiene subito a fare una precisazione.

“Non vanno chiamati sottopassi: sono uscite di sicurezza del sottovia. I sottopassi sono invece dei mini tunnel che le persone dovrebbero utilizzare per attraversare la strada, ma che in realtà non usa più nessuno. Il punto principale di degrado sono proprio queste uscite di sicurezza che personalmente combatto da vent’anni, ormai occupate da senza fissa dimora perché offrono riparo” spiega.

“Lì sotto succede di tutto: lo stupro dei giorni scorsi è solo l’ennesimo episodio. Qualche anno fa, al loro interno, si è anche verificato un incendio (provocando la morte di due clochard, ndr). Diventano inoltre motivo di discussione tra i vari gruppi di senzatetto, persone fragili e sole. Purtroppo, però, tra loro c’è anche chi delinque o che ha gravi problemi mentali”.

Queste uscite di sicurezza, che dovrebbero essere libere da ogni ostacolo o impedimento come richiesto dalla legge, sono invece bloccate da anni. E così sono rimaste, nonostante si siano susseguite nel tempo varie amministrazioni comunali.

Cosa prevede il piano di riqualificazione del quartiere sulle uscite di sicurezza

L’associazione Amici di Porta Pia è nata grazie ai commercianti e ai residenti del quartiere, che da tempo combattono per la sua riqualificazione e sicurezza.

Diversi interventi sono stati già effettuati da Ama (l’azienda municipale che si occupa della raccolta dei rifiuti e di altri servizi sul territorio, ndr) sulle uscite di sicurezza di fronte al piazzale della breccia di Porta Pia, racconta Peroso.

“In una hanno rimosso i monopattini abbandonati. In un’altra sono intervenuti perché, come da me denunciato, era diventata una latrina a cielo aperto. Chiedevo agli operatori: ‘Ma come fate a lavorare in una situazione del genere?'”

Ora però qualcosa sta cambiando, sottolinea Peroso.

“C’è un progetto di riqualificazione di Porta Pia e di Via Nomentana, che si spera possa diventare più largo raggio includendo anche Piazza Fiume e la Breccia di Porta Pia, basato su proposte fatte dall’associazione da circa vent’anni. Il Dipartimento di mobilità, con cui sto collaborando, chiuderà quattro uscite di sicurezza su otto. A quanto pare, dopo tutto questo tempo, ci saranno dei cambiamenti radicali: però poi sarà necessario pensare alla manutenzione. Non è che il problema del degrado e della criminalità si risolve solo in questo modo”.

Una volta chiuse le uscite di sicurezza incluse nel piano, ne rimangono altre quattro a cui provvedere. “E infatti dovremmo parlarne sempre di più” sottolinea Peroso.

“Non posso leggere sempre e soltanto di accoltellamenti, omicidi, femminicidi. Per me tutto questo non può essere normale. Infatti, dopo aver appreso dello stupro, mi sono sentito sconfitto e avvilito“.

Stessa situazione di degrado anche in zona San Pietro, dove i residenti hanno paura di girare per strada durante le ore notturne.