Nel contesto attuale della postmodernità, del transumanesimo e del postumanesimo, la morte è spesso negata e nascosta. Essa diventa un argomento clandestino, soprattutto quando riguarda direttamente noi stessi, mentre viene accettata o sottolineata quando coinvolge gli altri. Parte da qui la riflessione di Carlo Mario Mozzanica (docente universitario, esperto nei comparti della sanità e dei servizi alla persona) nel libro “Gli ultimi passi con te. Stare accanto al tramonto della vita“, edito da Àncora.

“Gli ultimi passi con te. Stare accanto al tramonto della vita”

Il libro è un saggio approfondito sull’accompagnamento nel percorso verso la morte, che integra elementi di filosofia, psicologia, spiritualità e medicina. L’autore inquadra il tema delineando il contesto socioculturale e istituzionale del “prendersi cura”, affrontando poi la sofferenza psicologica legata alle malattie croniche e terminali. Viene esplorato il concetto di “tempo della malattia”, così come viene percepito dal paziente, e si analizza l’idea di “cura” e “assistenza”, offrendo spunti di riflessione per chi assiste il malato. L’autore propone anche una sorta di decalogo che aiuti a trasformare l’approccio dall’azione puramente tecnica alla costruzione di una vera relazione di vicinanza e supporto.

Il libro parte dal presupposto che, nella cura degli ultimi momenti della vita, è fondamentale riconsiderare la dimensione personale e relazionale. Occorre riflettere sul tempo della malattia e, in molti casi, sulla malattia del tempo stesso, riscoprendo l’importanza di alcuni verbi della cura, come dimostrano molte testimonianze personali.

Come scrive l’autore nella premessa, non si ha esperienza diretta della morte, nemmeno quando si è partecipi della morte di qualcuno vicino, come un genitore o un caro amico. Quando si cerca di esprimere un evento, esso diventa meno opprimente e pauroso; o magari sembra un po’ più umano, e se si tratta della morte, forse tentiamo di esorcizzarla elaborando il lutto di una perdita irrimediabile.

Il testo si sviluppa in quattro capitoli, ciascuno suddiviso in vari sottocapitoli. L’autore sottolinea che lo scopo di questo scritto è dare voce a ciò che ha vissuto in prima persona, sia con i suoi genitori che con se stesso.

La speranza è che chi accompagna il percorso del morire (carsico, tortuoso, clandestino, impervio ed imprevedibile) possa qui trovare qualche semplice parola che possa tenergli compagnia nella vita e in questo cammino, che presto o tardi riguarda tutti, verso la morte.

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