Una madre e i due figli, uccisi dall’uomo che avrebbe invece dovuto prendersi cura di loro. Ecco chi sono le vittime della strage avvenuta oggi, 25 settembre 2024, a Nuoro. L’autore degli omicidi, il 52enne operaio Roberto Gleboni, ha prima sparato ai suoi familiari con una pistola calibro 7,65 e poi ha rivolto l’arma verso se stesso.

L’uomo ha anche ferito il terzo figlio, di 14 anni, e il vicino di casa 59enne Paolo Sanna. Si è poi recato a casa della madre 84enne, Maria Esterina Riccardi, colpendola alla testa prima di suicidarsi.

Chi sono le vittime della strage familiare avvenuta a Nuoro?

Giusi Massetti, moglie di Roberto Gleboni, aveva 43 anni ed era una casalinga. Secondo alcune indiscrezioni la coppia era in procinto di separarsi.

È stata la prima a essere colpita dalla furia omicida dell’uomo: è morta sul colpo.

La figlia 26enne Martina, anche lei subito deceduta, aveva dedicato la laurea in Giurisprudenza, ottenuta due anni fa, proprio ai suoi genitori, con parole cariche di affetto e riconoscenza.

A mio padre, l’amore più grande della mia vita. A mia madre, che ci ha creduto prima che ci credessi io.

Il figlio minore, Francesco, aveva appena 9 anni: ne è stata dichiarata la morte cerebrale in ospedale. Era stato ricoverato in condizioni disperate.

Dichiarata nella notte fra il 25 e il 26 settembre 2024 la morte cerebrale anche per il vicino di casa Paolo Sanna, incontrato casualmente sul pianerottolo della loro casa in via Ichnusa 5. I familiari del 59enne hanno acconsentito a donare gli organi.

Come stanno i feriti

Non sarebbero invece preoccupanti le condizioni del figlio 14enne, unico sopravvissuto della strage e ferito di striscio. La madre 83enne del killer è stata ferita alla testa ed è ricoverata in ospedale.

A carico di Roberto Gleboni non risulta segnalazioni di denunce o violenze in famiglia. Un vicino di casa lo ha descritto come “una persona estremamente disponibile”: da ricostruire cosa abbia spinto l’operaio forestale a sterminare l’intera famiglia.

Urla di dolore e disperazione risuonano nel luogo della strage, ora transennato per il rilievi e le indagini.