Ha detto basta, a soli 31 anni. Raphael Varane ha annunciato il ritiro dal calcio giocato, un mondo che in quasi quindici anni gli ha dato praticamente tutto. Il difensore francese ha ripercorso tutto il proprio viaggio nel post pubblicato su Instagram, un messaggio con cui ha voluto congedarsi dopo i continui problemi fisici.

La carriera di Varane: dagli inizi al Lens fino ai trionfi con il Real

Il Como l’aveva preso proprio per alzare ancor di più il livello della rosa, con il chiaro obiettivo di affidargli le chiavi della difesa. La sua esperienza sul campo però è durata poco più di venti minuti, dato che la sua vita da calciatore lariano è iniziata e finita al Ferraris di Genova. L’11 agosto scorso Varane debuttò in Coppa Italia contro la Sampdoria, uscendo proprio a metà primo tempo causa infortunio.

E forse sono state proprio le condizioni di quel ginocchio a fermarlo, dopo una vita passata a lottare con gli attaccanti e gli infortuni. Raphael iniziò la trafila nelle giovanili del Lens, club con cui nel novembre 2010 ad appena 17 anni debuttò in Ligue 1. Basta un anno con i grandi per attirare le attenzioni del Real Madrid, che nell’estate 2011 sborsò 10 milioni di euro nelle casse dei francesi per portarlo in Spagna.

Varane ha giocato tre finale di Champions League da titolare

La pagina blanca è stata senza dubbio la più significativa della sua carriera, ricca di trionfi ma a volte interrotta da qualche infortunio di troppo. Tra il maggio 2013 e il gennaio 2014 ad esempio Varane rimane fuori per quasi 200 giorni, saltando oltre 40 partite a causa di gravi problemi al menisco seguiti da un nuovo infortunio al ginocchio.

A maggio 2016 saltò anche la finale di Champions giocata a San Siro contro l’Atlético Madrid, l’unica della sua vita a cui non ha preso parte per un fastidio muscolare alla coscia. L’anno successivo Varane non mancò l’appuntamento, dato che giocò titolare nella finale vinta contro la Juventus a Cardiff. Un trionfo seguito da quello di Kiev, dove il francese conquistò sempre da titolare la sua quarta Champions League grazie al trionfo sul Liverpool.

Due finali Mondiali con la Francia: il trionfo del 2018 e il ko del 2022

Indimenticabile senza dubbio la finale del 2014, la prima del suo lungo rapporto con la Champions League. Varane infatti nel maggio di quell’anno venne schierato titolare contro l’Atlético Madrid al fianco di Sergio Ramos, che al 93′ trovò il guizzo giusto per pareggiare dopo la rete siglata da Godin. Il resto è storia del calcio, con la Decima che finì anche tra le mani di Varane dopo i tempi supplementari conclusi sul 4-1.

Il rapporto con le finali ha contraddistinto anche il percorso con la Francia, iniziato a Saint-Denis nel marzo 2013 a soli 19 anni. Varane è uno degli eroi transalpini del Mondiale 2018, dove ci ha anche messo lo zampino andando a segno nei quarti di finale contro l’Uruguay. Di certo non gli è mancato il fegato per giocare la finale di quell’edizione, vinta con merito dai francesi dopo il 4-2 rifilato alla Croazia.

E non gli è di certo mancato il coraggio quando nel dicembre 2022, forte di 93 presenze e 5 reti, giocò l’ultima partita con la Francia nella finale del Mondiale in Qatar lasciando andare quella coppa dopo i tiri di rigore. Di Mondiali però Varane ne ha disputati tre, considerando anche l’esperienza a Brasile 2014 conclusa ai quarti di finale contro la Germania.

Raphael Varane sarà ambasciatore del Como

Perché la vita di Varane, come quella di tanti altri campioni, è stata anche perdere e ricominciare. Come del resto fece nell’estate 2021, accettando la chiamata del Manchester United. Anche nel suo triennio inglese il classe ’93 ha dovuto fare il fantasma degli infortuni, che per oltre dieci volte ha bussato alla sua porta. In Inghilterra però sono arrivati anche i successi, come quello in Coppa di Lega del 2023 e l’ultimo in FA Cup.

Un trofeo storico, che è andato ad arricchire una larghissima bacheca di trionfi dove spiccano le Supercoppe Europee, i Mondiali per Club e tanti altri riconoscimenti. Adesso per Raphael inizierà una nuova vita, visto che porterà il Como in giro per il mondo in qualità di ambasciatore. Un ruolo che ha accettato con grande entusiasmo e che difenderà con attenzione ed eleganza. Nessun rimpianto per Raphael, che forse avrebbe potuto essere una risorsa in più per il calcio italiano. L’abbiamo vissuto appena ventitré minuti, troppo poco per un campione della sua stazza.