Dall’India arriva un nuovo segnale di allarme riguardante il virus Nipah, noto da tempo ma finora limitato a specifiche aree dell’Asia centrale. Identificato per la prima volta nel 1999 nel villaggio malese da cui prende il nome, il virus ha sollevato preoccupazioni nello stato indiano del Kerala, dove di recente due persone sono decedute a causa dell’infezione, a pochi mesi di distanza l’una dall’altra. Sebbene il virus Nipah sia conosciuto da anni, con diversi focolai contenuti nel corso dell’ultimo decennio in paesi come Malesia, Bangladesh, India e Singapore, desta ancora allarme.

Cos’è il virus Nipah?

Il Ministero della Salute spiega che il Nipah è una zoonosi emergente trasmessa dai pipistrelli, con possibile passaggio all’uomo attraverso animali infetti come maiali o tramite alimenti contaminati da fluidi corporei degli animali. Al momento non è del tutto chiaro se il virus possa diffondersi direttamente tra le persone tramite contatti ravvicinati con soggetti infetti.

Sintomi

I sintomi dell’infezione, che può avere un periodo di incubazione variabile tra 4 e 20 giorni, includono febbre, mal di testa, dolori muscolari, vomito e mal di gola. In alcuni casi, però, la malattia può evolvere in forme gravi come infezioni respiratorie acute o encefalite. Secondo il Ministero della Salute, l’unica strategia efficace per prevenire il contagio è sensibilizzare la popolazione sui fattori di rischio e adottare misure preventive. La cura dei pazienti si concentra su trattamenti di supporto e, nei casi più gravi, su interventi intensivi per affrontare le complicanze respiratorie e neurologiche.

Il virus Nipah arriverà in Italia?

Il virus è endemico soprattutto nell’Asia meridionale, dove si sono registrati sporadici focolai in Malesia, Singapore, India e Bangladesh, a partire dalla sua scoperta circa 25 anni fa. Tracce del virus sono state rinvenute anche in Africa, così come campioni ambientali contaminati in Malesia. Inoltre, in Madagascar e Ghana, sono stati rilevati anticorpi nel sangue di specie di pipistrelli locali come il Pteropus rufus e l’Eidolon dupreanum.

Nonostante i numerosi focolai globali, tutti contenuti, il virus Nipah non è mai stato individuato in Italia, dove i pipistrelli che lo veicolano non sono presenti. Inoltre, la bassa frequenza di trasmissione tra esseri umani e le rapide misure di contenimento messe in atto dopo ogni caso diagnosticato riducono il rischio per il nostro Paese. In tal senso, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che il rischio nazionale rimane moderato, considerando la gravità della malattia, la mancanza di cure efficaci, la diffusione del virus in habitat condivisi con i pipistrelli e l’assenza di un vaccino approvato contro il Nipah.

Rischio pandemia

C’è il timore di una possibile pandemia? La dottoressa Rebecca Dutch, direttrice del Dipartimento di biochimica molecolare e cellulare presso l’Università del Kentucky, ha discusso di questo rischio in un’intervista rilasciata lo scorso luglio al “The Sun”. Dutch ha confermato che le epidemie di Nipah si verificano ciclicamente e ha avvertito che è altamente probabile che ne vedremo altre in futuro. Ha anche sottolineato che il virus Nipah potrebbe essere una delle cause di una futura pandemia, dato che altri virus della stessa famiglia, come il morbillo, si trasmettono facilmente tra esseri umani. Secondo Dutch, c’è la preoccupazione che possa emergere una variante del Nipah con una maggiore capacità di trasmissione.