Un boom carico d’entusiasmo che, inevitabilmente, fa arrossire la maggioranza. O parte di essa. E non poteva essere altrimenti. Per il quesito referendario, ma soprattutto per la velocità con la quale si è raggiunto il quorum delle 500.000 firme in meno di tre settimane. Un record, non ci sono dubbi, anche perché in pochi ci credevano quando il 6 settembre è partita l’intera macchina organizzativa. E’ il referendum sulla cittadinanza, promosso da diverse realtà tra cui +Europa che ha sfondato in tutto e per tutto e che, ora dopo ora, rischia di diventare sempre più un caso politico (anzi in realtà già lo è a tutti gli effetti ndr) che potrebbe creare qualche crepa imprevista.

Da una parte c’è un gruppo promotore che, naturalmente, visto il successo che ha ottenuto, cavalva l’onda dell’entusiasmo, e bisogna sottolinearlo, un successo ottenuto grazie anche al mondo della cultura e dello spettacolo che ha spinto non poco per accelerare e far girare via social soprattutto il quesito referendario. Basti pensare che il trapper Ghali (che ha oltre 4 milioni di follower ndr) per aver solo postato e fatto video sull’argomento si dice che abbia trascinato alle firme migliaia e migliaia di ragazzi.

Referendum cittadinanza, Meloni prova a mettere un freno: “Una legge c’è già ed ottima…”

Dall’altra parte c’è l’intera maggioranza che, al di là delle frasi di rito, è rimasta sorpresa anzi per la verità spiazzata, dal successo che si sta ottenendo, e ne va tenuto conto, tanto che perfino Forza Italia che ha intenzione di proporre una legge sullo Ius Scholae, rischia di restare col cerino in mano, visto quello che sta accadendo sul referendum sulla cittadinanza.

Che va veloce e non intende fermarsi anzi adesso il comitato promotore, considerato il successo, punta ad arrivare addirittura al milione di firme entro fine settembre: il quesito propone di dimezzare da 10 a 5 anni di residenza legale continuativa il termine dopo il quale i cittadini stranieri possono ottenere la cittadinanza italiana. Praticamente si tornerebbe al principio, ovvero quanto prevedeva la legislazione prima del 1992, ovvero come succede in tutti gli altri stati Europei.

Un percorso rapido ed entusiasmante, per i promotori, che ha lasciato di stucco il presidente Giorgia Meloni che da New York, dove si trova per i lavori dell’Assemblea Onu, fa una premessa e spiega che ha sempre “rispetto di quello che decidono gli italiani” ma ci tiene a sottolineare che la legge che c’è attualmente è “ottima”. E il riferimento è proprio al successo che si sta ottenendo sulla proposta di modifica della legge sulla cittadinanza per la quale sono state raccolte fino adesso 500 mila firme per il referendum e si punta addirittura al milione. Mai accaduta una cosa del genere, nemmeno prima dell’aborto e del divorzio, sostengono gli storici e gli esperti dei quesiti referendari, anche se c’è da dire che, rispetto ai banchetti, qui si può andare direttamente su piattaforme digitali e la differenza è enorme, non c’è che dire.

Il presidente del Consiglio, stimolata sull’argomento, ci tiene anche a sottolineare un aspetto, ammettendo di non conoscere il testo che ha intenzione di presentare Forza Italia sullo Ius Scholae, precisando anche che l’attuale termine di 10 anni di residenza per ottenere la cittadinanza, tempistica che la proposta referendaria intende dimezzare, sia, a suo parere, e non poteva dire altro, “congruo”. E aggiunge con altrettanta forza: “Penso che abbiamo un’ottima legge, lo dimostra che siamo tra le nazioni europee che concedono ogni anno più cittadinanze agli stranieri, non ne vedo la necessità“.

Ma conclude con una frase classica e altrettanto perentoria: “Se c’è il referendum, è democrazia e devono decidere gli italiani e io ho sempre rispetto di quello che decidono gli italiani“. Rispetto sì, ci mancherebbe, ma forse stavolta, se tutto andrà come si sta delineando, e quindi con la possibilità che si arrivi a votare il referendum sulla cittadinanza entro il 15 giugno del 2025, tutta questa attesa e gioia per quello che decideranno gli italiani, sarà meno entusiasmante e, da parte della stessa Premier, di sicuro meno entusiastica.