Non si parla d’altro nel mondo delle serie tv. Ryan Murphy ce l’ha fatta ancora, ha lasciato il segno con la nuova stagione di Monsters, dopo quella “fenomeno del 2022” sul serial killer Dahmer, con Evan Peters vincitore del Golden Globe. Stavolta, su Netflix è uscita la storia di Lyle e Erik Menendez, che racconta il caso dei due fratelli condannati nel 1996 per l’omicidio dei loro genitori, José e Mary Louise “Kitty” Menendez. Attualmente è la serie tv più vista su Netflix sia in Italia, sia negli Stati Uniti. Come per ogni prodotto gettonatissimo, non sono mancate le controversie. Ryan Murphy è stato duramente attaccato dai veri fratelli della storia, in particolare, da Erik Menendez e si acceso un complesso dibattito a cui, finalmente, il regista risponde.
Monsters 2, Ryan Murphy risponde agli attacchi dei fratelli Menendez: “Non hanno visto la serie Netflix”
Erik, nella sua dichiarazione, si era detto decisamente contrariato sia nei confronti di Murphy che di Netflix per il modo in cui sia stata “plasmata un’orribile narrazione attraverso ritratti vili e spaventosi di Lyle e miei e calunnie scoraggianti”.
Murphy, allora, ha deciso di rispodere alle accuse mentre era sul red carpet di New York per la première di un’altra serie che sta promuovendo questo mese (Grotesquerie su FX), a partire dal fatto che nessuno dei due fratelli avesse visto la serie:
“Penso sia interessante che abbia rilasciato una dichiarazione senza aver visto lo show. “È davvero, davvero dura se si tratta della tua vita, vedere la tua vita sullo schermo.È davvero, davvero dura se si tratta della tua vita, vedere la tua vita sullo schermo”.
Le risposte di Murphy sui temi delicati di abuso
Erik dal suo canto si è detto rammaricato per come Netflix ha rappresentato le tragedie che ruotano attorno al crimine dei due fratelli. Ha dichiarato che questa serie abbia distorto le verità più dolorose e ha tristemente portato in luce una percezione sbagliata, direttamente ad un epoca in cui si credeva ancora che gli uomini non potessero essere pienamente concepiti come vittime di abusi sessuali e che vivessero il trauma in modo diverso dalle donne, in mondo “meno impattante” .
Menendes si è detto incredulo, al pensiero che non ci fossero cattive intenzioni nel veicolare le informazioni da parte di Murphy.
L’ideatore non ha esitato a rispondere anche su questo punto:
La cosa che trovo interessante è che Erik (ndr.) non menziona che invece, se guardi lo show, direi che il 60-65 percento delle sceneggiature e nella forma, ci si incentra sugli abusi e su ciò che affermano sia accaduto loro. E lo facciamo anche con molta attenzione, e diamo loro voce in capitolo, e se ne parla apertamente. In quest’epoca, in cui le persone possono davvero esprimersi riguardo abusi sessuali, parlarne e scriverne e da tutti i punti di vista, certo può essere controverso”.
Il fatto è, secondo il creatore, che la serie non poteva mettere soltanto in scena la prospettiva dei due fratelli:
“C’erano quattro persone coinvolte in questo caso: due di loro sono morte e due di loro sono vive con il loro punto di vista. Ma che dire dei genitori? Avevamo l’obbligo, come narratori, di provare anche a mettere la loro prospettiva, in base alle nostre ricerche, cosa che abbiamo fatto”.
La critica sulle scene incestuose dei fratelli Menendez nella serie Netflix: Murphy risponde anche qui
Questo capitolo di Monsters ha anche ricevuto critiche dagli spettatori per come in alcune scene i fratelli sembrano avere una relazione incestuosa da adulti. Sono state definite “interazioni sessualizzate”.
Durante il processo nel 1995, Lyle avrebbe testimoniato di aver molestato Erik quando erano bambini. Nella serie, i fratelli ne parlano con il loro avvocato, Leslie Abramson, interpretato da Ari Graynor, mentre raccontano gli abusi subiti dal padre José.
Sebbene su questo punto specifico nessuno dei due fratelli si sia mosso a contestare, il giornalista ed esperto del processo Menendez, Robert Rand, ha riferito ad Hollywood Reporter che si tratterebbe di un elemento falso e che riguarderebbe più ciò che pensavano all’epoca altri coinvolti nel processo. Anche su queste controversie, Ryan Murphy si è difeso:
“Quello che fa lo show è presentare i punti di vista e le teorie di tante persone coinvolte nel caso. Dominick Dunne ha scritto diversi articoli parlando di questa teoria. Stiamo presentando il suo punto di vista proprio come presentiamo il punto di vista di Leslie Abramson. Avevamo l’obbligo di mostrare tutto questo, e lo abbiamo fatto.”