Misura anticatastrofi o meno, la Lega alza un muro contro l’assicurazione obbligatoria per gli abitanti dell’Emilia Romagna colpiti dall’alluvione. La proposta era stata avanzata sommessamente dal ministro della Protezione Civile Nello Musumeci e aveva sollevato immediatamente un nuovo polverone all’interno della maggioranza, con Salvini e i suoi schierati contro l’eventuale introduzione dell’obbligo.

A confermare questa linea è oggi, 24 settembre 2024, Massimiliano Romeo che preferisce puntare nuovamente il dito contro le risorse che non sono state spese in passato per prevenire simili disastri.

Alluvione Emilia Romagna, Romeo della Lega contro l’assicurazione obbligatoria: “Meglio facoltative”

Si possono rendere facoltative, questo è sicuro, ma non obbligatorie“.

Taglia corto Romeo, quando l’inviato di TAG24 Lorenzo Brancati gli chiede la sua opinione sulla possibilità di introdurre le polizze e di renderle obbligatorie. Del resto, sulla questione si è già espresso in maniera decisamente netta il leader del suo partito, Matteo Salvini, che ha definito la proposta “non condivisibile e non accettabile“.

La misura era stata pensata dal ministro Musumeci come un sostegno alle famiglie colpite dai disastri ambientali che si sono accaniti sulla regione nell’ultimo anno e che sembrano destinati a ripetersi in futuro. Un provvedimento contro le terribili conseguenze economiche di simili eventi, al pari della sospensione delle rate dei mutui decisa solo pochi giorni fa.

Romeo, stoccata a Bonaccini: “Risorse c’erano ma non sono state spese”

Piuttosto che introdurre una “tassa in favore delle compagnie assicurative”, come l’ha ribattezzata il leader del Carroccio, anche per Romeo l’ideale sarebbe che si spendessero le risorse che già sono a disposizione.

Ecco, dunque, che ricomincia il rimpallo di responsabilità tra governo e opposizione, con Romeo che fa eco alle parole pronunciate da Emiliano Occhi, consigliere regionale della Lega che aveva parlato di “incuria e mala gestione” del territorio.

Il capogruppo al Senato leghista dichiara di aver letto di uno stanziamento di 3,3 miliardi in Emilia Romagna contro il dissesto idrogeologico dei quali, però, sarebbero stati spesi meno della metà. Non cita mai Bonaccini o chi lo ha preceduto (tutti esponenti del centrosinistra, che guida la regione da diversi anni ormai), ma rimarca l’importanza di investire sulla prevenzione, anche se, magari, “inaugurare il rafforzamento di un argine di un fiume magari rischia di non portare voti“.

Continua, così, il ‘ping pong’ su chi avesse più risorse a disposizione e non le abbia utilizzate, se il commissario Figliuolo nominato dal governo dopo i nubifragi dello scorso anno o chi ha amministrato la regione da anni senza far nulla per prevenirlo.

Come spesso capita in questi casi, la verità sta nel mezzo. Perché Figliuolo avrebbe sicuramente potuto utilizzare i fondi stanziati dall’esecutivo se avesse avuto una conoscenza più approfondita del territorio che gli avrebbe consentito di intervenire con maggiore tempestività. Aveva, quindi, ragione chi sosteneva che il ruolo di commissario sarebbe stato più efficace se assegnato a un amministratore locale (come fatto stavolta, con l’incarico dato alla presidente facente funzioni Irene Priolo).

Allo stesso modo, è indubbio, alla luce dei disastri di questi mesi, che le amministrazioni che si sono succedute avrebbero dovuto intervenire con maggior decisione per contrastare il problema prima che assumesse le dimensioni catastrofiche che, purtroppo, sono ora sotto gli occhi di tutti.