Il 25 settembre 2000 è la data che sancisce la rinascita di Kevin Hines. E’ nato per la seconda volta nel vero senso della parola. La morte l’ha vista in faccia e un miracolo l’ha salvato. Un angelo custode dalle sembianze animali lo ha riportato in vita. La sua storia ha fatto il giro del mondo perché vuole che il mondo intero la conosca. Kevin è americano, a 19 anni decide di suicidarsi. Prende l’autobus, direzione Baia di San Francisco. Passeggia sul famoso Golden Gate Bridge. Si ferma, si sporge e guarda sotto. E’ un attimo, scavalca il parapetto e si getta dal ponte. Un salto di 60 metri, cade in acqua e la botta è fortissima. Nonostante lo schianto Kevin non muore, la fortuna è dalla sua parte: il 19enne, tornato forse in sé, comprende la situazione e decide che vuole vivere. A quel punto prova a risalire ma l’impatto con l’acqua è stato talmente forte che non riesce a muoversi. Mentre sprofonda negli abissi un leone marino lo trascina fino in superficie. L’angelo custode di Kevin è un leone marino. Da quel momento inizia la sua seconda vita.
La storia di Kevin Hines, salvo grazie a un leone marino. Tenta il suicidio a 19 anni, si getta Golden Gate Bridge, San Francisco
Oggi Kevin Hines organizza incontri, va nelle scuole, negli ospedali, parla con grandi e piccoli, giovani e vecchi, scrive libri, registra e pubblica podcast. Sul suo sito si legge: “E’ un sostenitore della salute mentale di fama mondiale, oratore motivazionale e autore che viaggia per il mondo diffondendo un messaggio di speranza, recupero e benessere”. E’ uno speaker motivazionale e sui social si rivolge e aiuta chi fa “strani pensieri” e le famiglie che hanno vissuto il dolore del suicidio.
“Suicide: The Ripple Effect” è il documentario realizzato da Kevin Hines per dare forza a chi si trova nella situazione che ha dovuto affrontare anche lui. E’ un lavoro che ha lo scopo di incoraggiare, confortare attraverso un messaggio di speranza, recupero e benessere.
Dopo anni sotto il Golden Gate Bridge è stata installata una rete anti suicidi.