Per il gup di Roma “il fatto non sussiste” e Vittorio Sgarbi ottiene una prima vittoria a livello giuridico. Oggi 24 settembre 2024 l’ex sottosegretario alla Cultura, insieme alla compagna Sabrina Colle, è stato prosciolto dall’accusa di irregolarità nell’acquisto all’asta di un quadro avvenuto nel 2020.

A Sgarbi era contestato il fatto di aver usato la compagna come prestanome, in modo da non pagare imposte di grande entità all’Agenzia delle Entrate.

Vittorio Sgarbi prosciolto a Roma insieme alla compagna per l’acquisto all’asta di un quadro nel 2020

Una prima vittoria anche morale per Vittorio Sgarbi, che dopo essersi dimesso da sottosegretario alla Cultura (accusando anche l’ex ministro Gennaro Sangiuliano di esser stata la “manina” di certe lettere arrivate alla stampa) ha visto riconoscersi dal gup di Roma la totale estraneità riguardo una possibile sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Oggi 24 settembre 2024 il critico d’arte, insieme alla sua compagna Sabrina Colle, è stato prosciolto dall’accusa di aver usato la donna come prestanome per l’acquisto all’asta di quadro, avvenuto nel 2020. Sgarbi avrebbe usato anche il denaro di una terza persona per finalizzare l’acquisto, realizzato in modo tale da evitare di pagare all’Agenzia delle Entrate ulteriori imposte.

Sgarbi è stato difeso dagli avvocati Giampaolo Cicconi e Manuel Varesi, mentre Colle da Giuseppe Iannaccone del Foro di Milano.

Il quadro di Rutilio Manetti e le accuse di furto a carico di Sgarbi

Sempre a proposito di quadri, è dal dicembre 2023 che a Vittorio Sgarbi è contestato il furto di un quadro realizzato dal pittore seicentesco Rutilio Manetti. Nel 2013 un suo dipinto, “La cattura di San Pietro“, venne rubato dal castello in Piemonte nel quale era conservato, per poi riapparire nel 2021 in una mostra di Lucca.

In quest’occasione Sgarbi disse di aver recuperato il quadro nella villa di Viterbo che stava restaurando, ma l’accusa portata avanti dai pm di Macerata indica che l’ex sottosegretario alla Cultura lo avrebbe rubato ai legittimi proprietari per poi modificarlo in modo da non destare sospetti.

Un qualcosa che Sgarbi ha diverse volte, specie nel gennaio di quest’anno, rifiutato, dicendosi sempre convinto del fatto che il dipinto in suo possesso fosse l’originale. I carabinieri del Nucleo tutela patrimonio, su ordine del procuratore capo Giovanni Narbone e del sostituto Claudio Rastrelli, hanno all’inizio del 2024 sequestrato il dipinto di Manetti per effettuare tutte le analisi del caso.