Sono 77 le donne vittime di omicidio, secondo quanto riportato dall’Osservatorio nazionale Non una di meno. Di queste, 64 sono state un femminicidio, ai quali si aggiunge, oggi 24 settembre 2024 a Torino, l’ennesimo: quello di Nabu Roua, 34 anni e due figli adolescenti. Uccisa da una singola coltellata all’addome dall’ex marito, arrestato dopo una tentata fuga. Sotto shock i due ragazzini minorenni che hanno assistito alla tragedia.
Nabu Roua è la 65esima vittima di femminicidio del 2024: uccisa dall’ex marito dopo una lite
Sono state le urla furiose dei genitori a terrorizzare i due figli minorenni e i vicini di casa, questa notte 24 settembre 2024, poco dopo la mezzanotte. Una lite scatura ancora per motivi da chiarire, ma sfociata nella violenza.
Una coltellata al torace e la vita di Nabu Roua si è spenta a soli 34 anni, all’ospedale San Giovanni Bosco dalla Croce Verde di Villastellone di Torino. Inutili le grida disperate della figlia, corsa a bussare alla porta dei vicini per chiedere aiuto, mentre il fratellino di 13 anni inseguiva il padre, autore dell’orribile gesto.
Sotto shock in via Cigna, nel quartiere Barriera di Milano, illuminata dalle luci blu dei carabinieri del nucleo radiomobile, che hanno già avviato le indagini. Il killer, l’ex marito 48enne – di cui adesso si conosce l’identità, Ben Alaya Abdelkader -, ha provato a scappare, ma è stato rapidamente fermato dagli agenti e adesso si trova al carcere Lorusso e Cutugno, in attesa della convalida dell’arresto.
Le indagini
L’uomo dovrà rispondere di violazione del divieto di avvicinamento e femminicidio. Secondo quanto appreso dagli inquirenti, dopo l’accoltellamento, la ragazza, in lacrime, sarebbe scesa in strada per chiedere aiuto. Poi, avrebbe bussato ai vicini, gridando: “Papà sta picchiando la mamma aiutateci“.
Sarebbero stati proprio i dirimpettai dell’appartamento al primo piano del n.66 di via Cigna a chiamare le ambulanze del 118 e le forze dell’ordine. Ma all’arrivo dei soccorritori le condizioni di Nabu erano talmente gravi da rendere disperata la corsa in ospedale.
Il 13enne, invece, avrebbe cercato di inseguire il padre, chiedendo a chiunque incontrasse di fermarlo. I militari – già sulle sue tracce – lo hanno catturato a circa 100 metri dall’abitazione familiare.
A peggiorare la situazione, il fatto che l’uomo indosserebbe già il braccialetto elettronico. Da chiarire, quindi, se il dispositivo fosse in funzione o meno al momento del terribile delitto. Di lui, oltre ai comportamenti violenti, è noto solamente che svolge il mestiere di operaio e che è in possesso di regolare permesso di soggiorno.
Femminicidio di Nabu Roua, arrestato l’ex marito: quando si fermerà la strage?
Eppure, nulla potrà restituire ai due ragazzini la loro mamma, ennesimo nome sulla lista sempre più lunga di femminicidi. Proprio nei giorni dell’inizio del processo a Filippo Turetta per l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, non si ferma la scia di sangue.
Quanto ancora bisognerà aspettare affinché tutto questo abbia fine? Per quanto tempo ancora rimarrano inascoltate le denunce contro fidanzati, mariti, ex violenti? Nabu Roua, infatti, aveva denunciato l’ex marito proprio per i suoi comportamenti aggressivi, da qui l’ottenimento del divieto di avvicinamento, che, però, a nulla è servito per proteggere la 34enne.
Secondo Non una di meno, l’Osservatorio nazionale sui femminicidi, lesbicidi e transicidi, sono 64 gli omicidi accertati dalle forze dell’ordine. Di questi, nel 50,8% dei casi gli autori sono mariti o partner, mentre nel 13,8% da ex o figli.
Nei 64 femminicidi compiuti nell’arco del 2024, circa 20 colpevoli si sono suicidati a seguito dell’estremo gesto. Fra i moventi più frequenti ci sarebbero la gelosia, l’intenzione a non volersi separare, il rifiuto da parte della vittima. Mentre, in altri casi, il killer è ricorso all’omicidio perché la donna avrebbe sofferto di una qualche patologia o perché egli stesso era affetto da malattia, per lo più disturbi psichiatrici.