Venerdì pomeriggio era stato ricoverato in condizioni gravissime nel reparto di Neurorianimazione dell’ospedale di Borgo Trento: la madre Alessandra Spiazzi, 58 anni, gli aveva sparato alla testa per poi rivolgere l’arma contro se stessa e togliersi la vita a Vago di Lavagno, nel Veronese. Andrea Feltre, 15 anni, è stato dichiarato morto nel tardo pomeriggio di ieri, 23 settembre 2024: ecco chi era per chi lo conosceva.

Chi era Andrea Feltre, il 15enne morto in ospedale dopo che la madre gli ha sparato a Vago di Lavagno

Andrea era uno dei nostri alunni, un ragazzino normalissimo, impegnato nello studio, integrato nella classe e benvoluto da compagni e docenti, con tante passioni, come tanti,

le parole affidate al Corriere della Sera da Sara Agostini, dirigente dell’Istituto Copernico Pasoli, che il 15enne frequentava.

Partecipava attivamente alla vita della comunità. Quand’era con gli scout consolava i più piccoli nelle sconfitte. È stato un punto di riferimento per i compagni di reparto e per i capi. Ad agosto abbiamo condiviso 11 giorni di campo […] se da una parte affrontava le difficoltà della vita con il coraggio del fuoco, dall’altra sapeva con ironia smontare le tensioni,

quelle pronunciate dal parroco Cristian Tosi nel corso della manifestazione che l’associazione Mamme Volenterose di Lavagno – di cui la madre Alessandra Spiazzi era vicepresidente – aveva organizzato per pregare per lui. Ieri la notizia che nessuno avrebbe voluto ricevere: quella della morte cerebrale del giovane, confermata da una specifica commissione ospedaliera dopo le sei ore previste per norma prima della sospensione delle terapie.

“Vola libero, Feltre”, scrive ora qualcuno sui social. “Mi dispiace molto, Feltre. Ma adesso sei libero”, il messaggio postato da qualcun altro. Il 15enne studiava e andava in palestra con gli amici. Era figlio unico: il papà, Luciano, rimasto improvvisamente solo, ha deciso che ne donerà gli organi per provare a salvare altre vite.

La ricostruzione dell’omicidio-suicidio

L’allarme era scattato nel primo pomeriggio di venerdì 20 settembre scorso, quando dei vicini di casa della famiglia avevano chiamato il 112 sostenendo di aver sentito degli spari provenire dalla villetta. All’arrivo dei soccorritori Andrea giaceva in fin di vita a pochi passi dal corpo senza vita della madre Alessandra Spiazzi, in cucina.

Si era subito pensato a un dramma familiare. Le dinamiche dell’accaduto, però, erano tutt’altro che chiare. Dopo i primi accertamenti, la svolta: gli investigatori avevano capito che a sparare al giovane era stata la 58enne, che aveva poi rivolto l’arma – una pistola appartenuta al padre – contro se stessa, suicidandosi.

Sembra che litigassero spesso: la donna, ex impiegata in un call center attualmente in pensione, stava attraversando, secondo i conoscenti, un momento difficile. Aveva “problemi sanitari”, forse di depressione. Ignoto il movente: solo il 15enne avrebbe potuto parlarne.

La speranza era che riuscisse a salvarsi. Alla fine, nonostante gli sforzi dei medici, non ce l’ha fatta. Resta lo sgomento della comunità di cui faceva parte, che non riesce a capacitarsi dell’accaduto. Il primo cittadino Matteo Vanzan ha fatto sapere che in occasione dei funerali sarà proclamato il lutto cittadino.

L’ennesimo dramma familiare

La loro vicenda ne riporta alla mente altre. Sono tanti, in effetti, i drammi familiari avvenuti nelle scorse settimane. A Paderno Dugnano, nel Milanese, un 17enne ha ucciso a coltellate il fratellino di 12 anni, la madre e il padre per poi dare l’allarme e confessare.

A Traversetolo di Parma una 22enne ha ammesso – dopo essere stata scoperta – di aver sepolto in giardino i due neonati che aveva partorito all’insaputa del fidanzato, dei genitori e degli amici. Diverso il caso di Lorenzo Carbone, che a Spezzano di Fiorano, nel Modenese, ha ucciso la madre Loretta Levrini, 80 enne affetta da Alzheimer, per poi confessare in diretta tv: “Non ce la facevo più”.