Un vero e proprio esodo di massa dei civili libanesi, oggi 24 settembre 2024, in fuga dal Paese dopo la repentina escalation della guerra in Medio Oriente fra Israele e Hezbollah: pioggia di missili sul Libano, mentre Tel Aviv dichiara la “situazione speciale“. Preoccupazione al G7, Borrell dispera: “È guerra totale“.

Escalation in Medio Oriente: Israele lancia razzi contro Hezbollah, civili in fuga dal Libano

Code di auto per chilometri, traffico completamente in tilt sulla strada Zahrani-Nabatieh, dal Libano meridionale verso Sidone e Beirut a Ghazieh. Sono terrorizzate le migliaia di libanesi, in fuga verso il nord, dopo il lancio di razzi nei giorni scorsi e dopo che l’Idf, l’esercito israeliano, ha diramato l’ordine di evacuazione.

Oltre 1600 raid in sole 24 ore. Centinaia le vittime, sopratutto bambini, schiacciati sotto i crolli degli edifici, ma Israele non si ferma. Il suo unico obiettivo: eliminare Hezbollah e tutti i suoi affiliati. A cominciare dal numero tre del Partito di Dio, Ali Karaki, considerato morto, ma, in realtà rivelatosi illeso, già nel pomeriggio di ieri, 23 settembre 2024.

Intanto il sud del Paese si sta lentamente trasformando in una landa desolata sotto i bombardamenti, mentre edifici pubblici e scuole si improvvisano campi profughi. Gli ospedali libanesi non riescono a sostenere il peso dei feriti e, nei giorni scorsi, diversi pazienti sono stati dirottati verso le strutture nel nord.

I villaggi meridionali sono quasi tutti rasi al suolo, con circa 200 vittime e 700 feriti, uccisi dagli attacchi aerei israeliani della mattinata di ieri. L’Idf sta portando avanti l’offensiva, per impedire a Hezbollah di attaccare nuovamente Israele.

Scuole chiuse in Israele, dichiarata lo stato di “situazione speciale”

Si sveglia con scuole chiuse lo Stato Ebraico, dopo l’intensificarsi dei combattimenti nel nord del Paese. La popolazione civile è invitata a fare attenzione, soprattutto da dopo che Hezbollah ha lanciato 150 missili nella giornata di domenica, 22 settembre 2024, sulla bassa Galilea e sulla zona di Tiberiade.

Attività annullate a Megido, Yokneam Illit, Daliyat al-Karmel e Isfiya. Cancellati anche i voli Wizz Air, British Airways e Azerbaijan Airlines in arrivo e in partenza dal Paese: chiuso l’aeroporto di Ben Gurion.

Intanto, ferme condanne arrivano dai Governi europei e non. Pechino dice di sostenere il Libano ed etichetta come “attacchi indiscriminati contro i civili” i raid israeliani. A New York, dall’Assemblea delle Nazioni Unite, Abdallah Bou Habib, ministro degli affari esteri e degli emigrati del Libano, vede il ministro degli Esteri Wang Yi, che conferma: “La Cina presta molta attenzione agli sviluppi nella regione, in particolare alla recente esplosione di apparecchiature di comunicazione in Libano, e si oppone con fermezza agli attacchi indiscriminati contro i civili“.

Verso la “guerra totale”: cosa succederà con l’escalation fra Israele e Libano?

Disperate, invece, le parole di Josep Borrell, vicepresidente della Commissione europea, che dice:

L’escalation tra Israele e Hezbollah del Libano è quasi una guerra a tutti gli effetti. Questa situazione è estremamente pericolosa e preoccupante. Posso dire che siamo quasi in una guerra a tutti gli effetti. Se questa non è una situazione di guerra, non so come la chiamereste

Essenziale per l’Alto rappresentante delle Nazioni Unite lavorare per una de-escalation del conflitto, per impedire che il Libano diventi una nuova Gaza. Preoccupazione, in particolare, per i civili, vittime collaterali degli attacchi indiscriminati di una e dell’altra fazione.

Sulla stessa scia anche il presidente iraniano Pezeshkian, che afferma: “Israele vuole trascinare il Medio Oriente in una guerra in piena regola cercando di trascinare l’Iran nel conflitto, con conseguenze irreversibili”.

Presente a New York, il numero uno dell’Iran rinnova la sua volontà di mantenere la pace e la totale avversione per la guerra, tuttavia, punta il dito contro Tel Aviv e dice: “È Israele che cerca di creare questo conflitto totale“. Ritardato, proprio a causa dell’inasprimento del conflitto, l’arrivo nella Grande Mela del premier israeliano Benjamin Netanyahu, previsto per la mezzanotte di oggi 24 settembre 2024.

Se non si riuscisse a trovare un accordo per la pace, la guerra in Medio Oriente potrebbe aggravarsi rapidamente, con incalcolabili perdite civili e la distruzione di gran parte dei territori coinvolti. Ma si guarda con preoccupazione anche all’Iran, che minaccia di attaccare Israele con armi nucleari.