Ventisette anni, alta un metro e 72, peso 63kg, capelli lunghi e biondi. Chi è Martina Albano, scomparsa da Treviglio, in provincia di Bergamo, il 17 settembre 2024 in circostanze misteriose.
Al momento della sparizione, la giovane indossava una tuta nera con lo stemma del Monza e scarpe nere.
Sul corpo ha numerosi tatuaggi di diverso taglio e tipo: un cuore sul dito medio della mano sinistra, la scritta “Michele” sul bicipite destro, una farfalla colorata sul sinistro, le scritte “Wild”, “Adam” e “Sara” sul petto, un angelo dietro la schiena e un altro cherubino sulla spalla destra.
La ragazza assume da tempo sostanze stupefacenti, non la comune marijuana ma la cocaina, da cui è estremamente dipendente. Più volte avrebbe chiesto ai familiari di essere ricoverata in una comunità di recupero, ma in più occasioni le è mancato il coraggio necessario.
La paura dei genitori è che potrebbe essere vittima di violenze ed abusi da parte dell’attuale compagno e che possa essere stata indotta dallo stesso a consumare nuove tipologie di droga ancor più letali e devastante per corpo e psiche.
Tag24 ha intervistato in esclusiva il papà Michele, su questa drammatica vicenda. L’uomo ha voluto rivolgere un appello alla figlia, auspicandosi un celere ritorno a casa e alle forze dell’ordine di intensificare il lavoro di ricerca sul campo.
Chi è Martina Albano, la 27enne scomparsa da Treviglio: intervista a Michele, padre della giovane
Al telefono con Tag24, Michele, il papà di Martina è estremamente addolorato e diretto: “Mia figlia fa uso di cocaina, ha sviluppato una dipendenza dalla sostanza e ha bisogno di essere aiutata al più presto”.
“Ma non è l’unico pensiero che al momento mi turba” continua: “Il fidanzato è uno spacciatore di origine marocchina sui 32, 33 anni, potremmo dire quasi un coetaneo. È violento e in un occasione ho dovuto difenderla personalmente da un’aggressione del partner in piena regola. Lui non è consapevole dei rischi che corre legalmente, sia per essere un pusher (ed è risaputo) che per la sparizione di Martina”.
“Mia figlia non è capace d’intendere e volere ora” prosegue, “Quest’uomo potrebbe continuare a farle del male. Lei continua a viverci insieme, probabilmente a Monza, in quanto le fornisce la droga di cui necessita ed essere per questo, praticamente schiava di questa persona. È una ragazza fragile, che ha vissuto tanti dolori nella sua vita e se n’è approfittato. Il loro ultimo avvistamento è avvenuto, come riferito da una testimone alla stazione di Monza, diretti verso Milano Centrale“.
“Chiunque avesse informazioni è tenuto ad informare il Comitato Scientifico Ricerca Scomparsi al 388 189 4493 e il servizio di emergenza al 112″.
Il padre di Martina: “Le istituzioni ci aiutino, le forze dell’ordine e le comunità si mettano una mano sulla coscienza”
Michele, rivolge al quotidiano due appelli: il primo destinato alle forze dell’ordine e il secondo alle comunità per tossicodipendenti:
“Chiedo alle istituzioni una maggiore mano per le ricerche, attualmente condotte soltanto dal Comitato Scientifico Ricerca Scomparsi ODV. Mia figlia è tossicodipendente e necessita di aiuto, l’uso di droghe non deve essere visto come un motivo per non cercarla, perché in questo momento non è cosciente e ho denunciato agli enti preposti la sua scomparsa”.
“Spero che tutti si mettano una mano sulla coscienza. Partirei alla sua ricerca in primis io, ma ho problemi di salute che non mi permettono più di sforzarmi. Più volte mia figlia aveva chiesto alle comunità locali di essere integrata per disintossicarsi ed è stata sempre rifiutata, spesso perché piene oltre il limite consentito e indisponibili ad ospitare nuovi giovani”.
“Nelle mie possibilità le ho offerto sempre il mio aiuto, ma non sono un medico e tantomeno una persona che può aiutarla ad eradicare questo male. Chiedo alle comunità di non voltarci le spalle, di mettersi anche loro una mano sulla coscienza e di contattarci qualora una struttura fosse disponibile al ricovero”.
“Martina torna a casa, manchi a tutti noi. Non possiamo vivere senza di te”
Michele ha voluto infine rivolgersi direttamente all’amata figlia: “Martina torna a casa, manchi a tutti noi e non possiamo vivere senza di te. Ho fatto tutto il possibile per aiutarti e continuerò a farlo, ma ti prego, non lasciarci senza più tue notizie“.
“Nessuno ti vorrà mai bene come me, come i tuoi genitori: chi ti ha cresciuta ed amata fin dal primo giorno. Ti prometto che tutto si risolverà, ma devi accendere lo smartphone e tornare immediatamente a casa”.
“Se sei in pericolo e ne sei consapevole, lucida, chiama la polizia, i carabinieri, chiedi aiuto. Non hai nulla di cui farti perdonare, ma possiamo concludere definitivamente questa tua situazione quanto prima”.
Una situazione analoga è quella di Anastasia Ronchi, scomparsa da Viareggio, in provincia di Lucca, il 3 settembre 2024 e portata via dal suo partner, tossicodipendente e violento ed introdotta al mondo delle droghe.