“Cesare è in un periodo molto particolare, sta lottando e stiamo vivendo momento per momento”. È trascorso un anno da quando Valentina Mastroianni raccontava a TAG24 della sua famiglia ma soprattutto del piccolo di casa che, a causa di una malattia rara- le neurofibromatosi- sta combattendo contro un tumore cerebrale dall’età di 18 mesi. Era da poco uscito il suo primo libro, il bestseller “La storia di Cesare. Scegliere a occhi chiusi la felicità”, che ancora ora continua a commuovere migliaia di lettori, dopo che il racconto della sua vita aveva conquistato decine di migliaia di follower sui social.
Oggi la community è cresciuta: a seguire Cece nella sua battaglia contro ‘la bestia’, come la chiama mamma Valentina, sono oltre 359mila utenti su Instagram. Lo scorso 17 settembre è stato pubblicato il secondo libro di Valentina, “E voleremo sopra la paura. Noi e Cesare, mano nella mano”, già al primo posto dei titoli più venduti. La famiglia Zambon-Mastroianni di cui fanno parte anche i fratelli maggiori di Cesare, Alessandro e Teresa, il cane Joy e il gatto Stella, si è trasferita a Genova, la città in cui da tempo sognavano di vivere, da Conegliano Veneto.
Luci e ombre, come spesso accade. Perché, accanto alla felicità che accompagna tutti questi traguardi, ci sono anche il dolore e le preoccupazioni che riguardano Cesare, ora sottoposto a un nuovo ciclo di chemioterapia.
“Non è un momento bellissimo. Stiamo provando a fare del nostro meglio, come sempre” sottolinea a TAG24 mamma Valentina. Dimostrando, ancora una volta, un’enorme forza.
“E voleremo sopra la paura”, il nuovo libro di Valentina Mastroianni: qual è la trama? “Racconto il mio passato e il mio dolore”
Cesare e la sua famiglia continuano a ricevere moltissimo affetto e sostegno da chi li segue da tempo. Condividere sui social, e poi nel libro, frammenti ed emozioni di vita è stato il primo passo di un cammino alla ricerca della loro ‘normalità’, nonostante la malattia del ‘biondino di casa’.
In questo secondo capitolo Valentina Mastroianni racconta, oltre alle sfide quotidiane che riguardano la salute di Cece, anche qualcosa in più sul suo passato e sul rapporto con suo marito Federico. In un turbinio di emozioni e ricordi.
“Nel primo libro ho parlato di noi ma molto di Cesare, del suo percorso. Avevo già lasciato un po’ intendere quello che era stato il mio passato. Ma mi sono resa conto nell’ultimo anno, ossia dall’uscita del primo libro, quanto di quel ‘non detto’ fosse invece importante per tutte le persone che hanno vissuto ciò che ho vissuto io. Ho voluto essere la voce di chi, per diverse motivazioni, non ha il coraggio o gli strumenti per rompere il cerchio del silenzio”.
Storie di violenza domestica che purtroppo esistono, sottolinea Valentina, ma che nessuno porta alla luce. Da piccola lei ha infatti subito abusi da parte del padre, che nel frattempo si era separato da sua madre. Una realtà drammatica e agghiacciante, in cui è stata lasciata sola dalle persone che la circondavano.
“Si parla di violenza nelle scuole, di violenza nello sport, di violenza nella chiesa ma mai della violenza all’interno della famiglia. C’è vergogna, c’è paura. Perché parlarne significa ammettere che è successo davvero”.
Eppure lei ha voluto farlo: ne ha parlato, a cuore aperto. In modo che le persone potessero immedesimarsi e ‘liberarsi’ da questo enorme peso che le tormenta.
“Anche se non è la loro storia, ma è una storia molto simile, si sentono come se l’avessero detto. Io l’ho affrontata e risolta, per mia fortuna, tantissimi anni fa. Ma è una ferita da cui non si guarisce mai e mi sono resa conto che, quando si riapre, rischi davvero perdere tutto. La salute mentale della persona, così come della sua famiglia, è fondamentale” sostiene.
Perché raccontare gli abusi? “Per aiutare gli altri a ‘guarire'”
Non è semplice mostrare al mondo una parte così intima di se stessi, né ripercorrere un passato tanto doloroso. Valentina Mastroianni l’ha fatto per “sentirsi utile”.
“Chi mi sta accanto conosce la mia storia. Ma ho deciso di raccontarla a tutti per poter essere d’aiuto. Per sopravvivere- anzi, a me piace dire ‘per vivere’- sapere di poter essere utile ti dà un po’ di benzina, ti dà la carica. Dai un senso a quello che stai passando, perché altrimenti non l’avrebbe. Che senso ha, per esempio, la malattia di un bambino come Cesare? Io sono quello che mi è successo, ma anche come ho reagito. Facile cadere nella droga o commettere errori importanti in situazioni come quelle che ho vissuto io” sottolinea.
La speranza è che il suo racconto arrivi anche alle ragazze più giovani.
“Io parlo al femminile, ma in realtà le violenze non sono mai solo una questione solo femminile. Alla presentazione de ‘La storia di Cesare‘ c’era una ragazza giovanissima, di 13 anni, che mi ha detto: ‘Dal tuo libro ho capito che si può cadere nella vita, ci saranno sfide e sarò in difficoltà: ma come sei riuscita tu a rialzarti, ce la farò anch’io‘. Questo è un messaggio potentissimo: perché io sono una persona normalissima”.
Il libro è stato pubblicato lo scorso 17 settembre e ora l’autrice sta girando l’Italia per promuoverlo.
“Avevo il timore che non tutti potessero capire. Invece anche chi non è stato colpito in prima persona dalla violenza e non riesce a immedesimarsi perché, per fortuna, non l’ha vissuta sulla propria pelle, il messaggio è arrivato forte e chiaro. Perché, alla fine, il nostro è sempre un messaggio d’amore: proprio con l’amore siamo riusciti a salvare la nostra famiglia”.
Nel libro, infatti, Valentina racconta anche un momento di profonda crisi con il marito Federico, sullo sfondo dei mille impegni con i figli, le preoccupazioni per la salute di Cesare e i tanti progetti da portare avanti.
“C’è la storia di una famiglia, come tante, che trova il suo modo un po’ folle di vivere questa vita”.