Le date da segnare sul calendario sono quelle del 27 e 28 ottobre. In quei due giorni, infatti, si deciderà il destino politico della Regione Liguria, con le Elezioni regionali che rappresenteranno anche il primo, vero test per il campo largo. Il fronte progressista si ritroverà, infatti, riunito sotto un’unica alleanza che vedrà il proprio punto di riferimento nel candidato presidente Andrea Orlando.
La sfida elettorale potrebbe anche servire a dare una prospettiva più precisa al futuro della coalizione, segnata ancora da distinguo e prese di distanza su alcuni temi divisivi. Ecco, quindi, Azione ribadire oggi, 23 settembre 2024, con Elena Bonetti la propria contrarietà a un’alleanza strutturale su base nazionale mentre il Movimento 5 Stelle, con Francesco Silvestri, sottolineare nuovamente le distanza con il Pd sul fronte della politica estera.
Campo largo, il test alle Regionali in Liguria e le sfide della politica estera, Silvestri: “Serve un dibattito”
Il capogruppo alla Camera dei Cinquestelle rimarca come sia necessaria anzitutto “la chiarezza d’intenti“ sulla posizione da assumere in merito alle tensioni internazionali in corso. In particolare, la posizione sulle armi e il cessate il fuoco in Ucraina e a Gaza perché, sottolinea, “continuare a dire di voler raggiungere la pace tramite i missili è una cosa che anche i cittadini hanno capito essere impossibile“.
Tuttavia, quando l’inviato di TAG24 Lorenzo Brancati gli chiede se proprio una presa di posizione netta contro l’invio di armi possa rappresentare una specie di ‘ultimatum’ per la definitiva formazione del campo largo, il capogruppo Cinquestelle replica che da parte del M5S non c’è nessun ‘aut aut’ ma solo la richiesta di un dibattito chiaro tra le forze progressiste.
Anche perché, conclude Silvestri, c’è da contrapporsi alla posizione “veramente molto preoccupante” che caratterizza il governo:
“Abbiamo la Lega che parla di pace da una parte e, dall’altra, firma l’invio delle armi. Meloni e Forza Italia sono completamente fuori controllo. Crosetto è pregno della sua ideologia guerrafondaia. Dal lato del governo la situazione è ancora più preoccupante”.
Bonetti sul centrosinistra: “Azione alleato solo in Liguria”
Se le questioni aperte da parte del M5S sembrano rientrare, per ora, nell’ambito di una normale dialettica tra forze diverse di una medesima coalizione, quelle provenienti da Azione ribadiscono, se mai ce ne fosse ancora bisogno, la netta cesura tra il contesto delle Regionali e quello di un accordo più strutturale a livello nazionale.
Elena Bonetti, infatti, ripete ai cronisti come il suo partito continui a collocarsi nell’area di centro, equidistante dall’una e dall’altra coalizione ma tenendo aperta la possibilità di allearsi con entrambe a seconda dei contesti territoriali di riferimento.
Da qui, la secca smentita in merito all’ingresso nel campo largo di centrosinistra, dopo l’alleanza con il fronte progressista per le Regionali in Liguria (sebbene in una lista distinta…) che Bonetti usa anche per criticare gli addii recenti di Carfagna, Gelmini e Versace. La deputata di Azione giudica, infatti, “poco rispettoso” motivare la decisione di andarsene con la convinzione che il partito sarebbe confluito nel campo largo e alle fuoriuscite replica:
“Azione non solo conferma che non entrerà nel campo largo perché non riconosce in esso una possibile agenda di governo da condividere, ma rimane anche all’opposizione con un approccio costruttivo”.
Ribadisce, infine, le condizioni poste al candidato Orlando per l’adesione di Azione all’alleanza e cioè “le garanzie sulle infrastrutture che devono essere messe in campo in Liguria” e quelle relative alla rinuncia a “qualsiasi tono giustizialista dal quale rifuggiamo“.