Buone notizie all’orizzonte per i dipendenti statali più anziani, per i quali è previsto l’aumento dello stipendio fino al 6%. Infatti, per il rinnovo dei contratti del comparto statale, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle PA (Aran) ha confermato la proposta di incrementare la retribuzione media complessiva.

Il Governo Meloni, inoltre, intenderebbe concedere un ulteriore incremento per i lavoratori pubblici dello 0,22% in forma di salario accessorio.

Ci sono diverse ipotesi in campo in favore dei lavoratori pubblici, soprattutto per i senior, come l’opportunità di avere maggiore flessibilità e libertà nello smart working.

Procediamo con ordine e analizziamo, dettagliatamente, tutte le proposte.

Verso l’aumento dello stipendio dei lavoratori statali

Si va verso il rinnovo dei contratti dei lavoratori statali e l’Aran ha confermato la proposta di incrementare la retribuzione media complessiva a regime di 160 euro: un aumento del 5,74%. Il Governo è ben disposto e, inoltre, prevede anche di concedere un ulteriore incremento dello 0,22% in forma di salario accessorio. L’operazione avrebbe un costo di 250 milioni di euro.

Se ratificata, la decisione potrebbe portare all’aumento complessivo fino al 6% dello stipendio dei lavoratori statali.

L’aumento, però, potrebbe salire a 190 euro in alcuni settori della Pubblica amministrazione centrale.
Durante l’assemblea di Confindustria che si è tenuta nei giorni scorsi, la premier Meloni ha fatto capire che il Governo cerca un cambio di passo, anche con la manovra 2025, sul rinnovo dei contratti statali. Le retribuzioni medie sono aumentate del 3,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Il contratto comprende circa 122.000 lavoratori dipendenti ministeriali, quasi 38.000 dipendenti delle agenzie fiscali e 37.000 dipendenti che lavorano in enti pubblici non economici (in cui gli stipendi sono in media più alti).

Gli aumenti, secondo le primissime previsioni, potrebbero essere i seguenti:

  • 110,4 euro per gli operatori;
  • 116,1 euro per gli assistenti;
  • 141 euro per i funzionari;
  • 194 euro per le elevate professionalità (nuova categoria nata per includere i quadri tecnici della Pubblica amministrazione).

L’aumento non sarà immediato e potrebbe arrivare solo nel 2025, proprio con l’entrata in vigore della Legge di bilancio. Probabilmente, non ci sarà bisogno di ulteriori trattative, se non solo per l’eventuale destinazione di somme aggiuntive.

Più smart working per i lavoratori statali senior

Si punta a una maggiore flessibilità e libertà allo smart working per i lavoratori statali più anziani.
I cosiddetti senior potrebbero ricorrere maggiormente al lavoro da remoto, anziché recarsi sempre fisicamente in sede. Possiamo racchiudere questo concetto nella locuzione inglese age management, già entrata nel dizionario quotidiano.

Da una parte possiamo scorgere in questa proposta anche una sorta di promozione alla salute e alla prevenzione dei lavoratori più anziani.

Se la proposta avrà un esito positivo e le Amministrazioni potranno davvero concedere ai senior un ricorso maggiore allo smart working, sarà necessario l’avvio di un cambiamento organizzativo.

L’introduzione del lavoro parziale e agile, però, deve avvenire sempre nel rispetto della contrattazione collettiva nazionale di settore di riferimento.

Aumento pensioni poliziotti e militari

Un capitolo, altresì, molto importante è quello relativo alle pensioni dei poliziotti e dei militari che lasciano il lavoro a 60 anni.

Una circostanza abbastanza complessa che non consente di costruire una previdenza integrativa. L’attuale sistema contributivo rischia di far abbassare ulteriormente l’assegno pensionistico di questa categoria di lavoratori.

Sarebbe opportuno, secondo le richieste avanzate, un rafforzamento della previdenza dedicata e, inoltre, di calcolare la loro pensione come avessero compiuto i 67 anni d’età e non, invece, i 60 anni. Sicuramente, una richiesta molto difficile e allora ci chiediamo: sarà attuabile?