Sul neoministro della cultura Alessandro Giuli, reduce dal G7 di Pompei, ci sono molte aspettative. Intanto molti vogliono conoscerlo meglio e a questo proposito si segnala una sua intervista al mensile Espansione rilasciata proprio nella fase di passaggio da presidente del Maxxi a ministro e un commento di Artribune.com. “Dopo le felicitazioni al neoministro – scrive il sito -, ci sono le aspettative nei suoi confronti. Delle aspettative un po’ utopistiche, ammettiamolo. Astratte e visionarie. Però una speranza la custodiamo, la speranza di avere un ministro della Cultura rompiscatole e interventista anche su settori che apparentemente non gli competono. Ma sottolineiamo apparentemente. Perché, specie in Italia, cos’è che non ha a che fare con la cultura? Quasi nulla a dire il vero”.

Può parlare su trasporti, sviluppo economico e ricerca

“E allora l’auspicio – aggiunge – è di scoprire che questo nuovo ministro, sfruttando il suo profilo tecnico, la sua età più bassa rispetto alla media del Governo e la sua reputazione non compromessa, intervenga dovunque a campo libero, sorprendendoci con un attivismo puntuale e fastidiosetto. Lasciandosi alle spalle la narrazione di un ministero della Cultura subalterno, marginale, di seconda o di terza fascia. Tra le altre cose, chi se non il ministro della Cultura italiano ha più titolo di intervenire, di mettere bocca, di immischiarsi nelle faccende del Paese? Quali? Ma grossomodo tutte. Dalla ricerca ai trasporti, dalla scuola allo sviluppo economico”. Non resta che mettersi all’opera e Giuli ha cominciato a districarsi tra stanze e uffici del ministero voluto da Giovanni Spadolini.

Stefano Bisi