Si chiamava Antonella Lopez e aveva 19 anni la ragazza che la scorsa notte è morta dopo essere stata raggiunta da almeno un colpo di pistola nel corso di una sparatoria scoppiata all’esterno di un noto locale di Molfetta, in provincia di Bari, al culmine di una rissa tra giovani. Stando a quanto riportano fonti locali, era insieme al fidanzato, rimasto a sua volta ferito. Sul caso indaga la Dda.

Chi era Antonella Lopez, la ragazza morta in una sparatoria a Molfetta, in provincia di Bari

I fatti risalgono alla scorsa notte. Dalle prime ricostruzioni è emerso che la 19enne e il fidanzato – di cui l’identità per il momento è ignota – si trovavano, insieme ad altri giovani, in un noto locale di Molfetta, il Bahia Beach, situato sul lungomare in zona Prima Cala.

È stato un attimo. Erano le 2:45, verso la fine della serata, quando questi ragazzi sono arrivati nel mio locale, è accaduta la tragedia. Mai nulla del genere è successo nel mio locale. Io non ero in pista, ero nel mio ufficio, questo gruppo è entrato e in pochissimo ha scatenato l’inferno. La sicurezza è intervenuta ma era tardi per la 19enne,

ha spiegato all’Ansa Nicola Spadavecchia, titolare del locale, ora sottoposto a sequestro.

Siamo vicini alla famiglia della giovane donna rimasta uccisa ma anche noi siamo vittime di questi atti di violenza assurdi,

ha aggiunto. Tra i feriti ci sarebbe proprio il ragazzo della vittima. Dopo essere stato soccorso, secondo fonti locali, sarebbe stato ricoverato, in gravi condizioni, al Policlinico di Bari. Per ricostruire l’accaduto e risalire al movente indaga la Direzione distrettuale antimafia.

L’ipotesi, infatti, è che nella vicenda possano essere coinvolti degli esponenti di un clan mafioso del rione Japigia del capoluogo pugliese. Lo stesso zio della ragazza, Ivan Lopez, nel 2021 morì in un agguato. Si aspettano sviluppi. Fondamentale, oltre all’audizione dei presenti, sarà l’analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza, già acquisite dai carabinieri.

Le parole del sindaco di Molfetta

Sgomenta, intanto, la comunità locale, che stamattina si è svegliata con la peggiore delle notizie: la morte di una giovane con ancora tutta la vita davanti.

Quanto è accaduto questa notte a Molfetta, all’esterno del Lido Baiha, con una maxi rissa sfociata in una sparatoria, ci rattrista e ci preoccupa. Non si può morire a 20 anni e non si può morire così al di là delle motivazioni che sono a monte della vicenda. Tutte ingiustificabili. Tutte deprecabili. Siamo vicini al dolore che ha colpito gli affetti della giovane. Confido nella prontezza e nella capacità investigativa degli inquirenti per la ricostruzione della dinamica degli avvenimenti e l’individuazione dei responsabili. Soprattutto abbiamo necessità di sapere perché proprio qui,

le parole affidate ad una nota dal sindaco Tommaso Minervini.

Una vicenda che ne ricorda un’altra

La vicenda avrà riportato alla mente di molti quella di Francesco Pio Maimone, il 20enne aiuto pizzaiolo che la notte del 20 marzo del 2023 morì dopo essere stato raggiunto da un proiettile vagante nei pressi di uno chalet di Mergellina, sul lungomare napoletano.

Dopo una serie di indagini e di accertamenti, gli inquirenti hanno tratto in arresto, con l’accusa di averlo ucciso, un certo Francesco Pio Valda, figlio di Ciro, morto in un agguato di camorra nel 2013 e vicino al clan Cuccaro.

Secondo le ricostruzioni, aprì il fuoco tra la folla dopo aver litigato con gruppo di giovani di cui la vittima neanche faceva parte. In sette, nei momenti immediatamente successivi, lo aiutarono a disfarsi dell’arma e a nascondersi, nella speranza che non venisse trovato. È in corso a Napoli il processo di primo grado a suo carico.