Può esistere una società senza carceri e che sia convinta che la loro abolizione sia un passo giusto a favore dei detenuti? Se la risposta è sì, Ilaria Salis ne è pienamente convinta e continua a chiedere che non si perdano di vista le finalità rieducative della pena.
Partecipando alla presentazione oggi 21 settembre 2024 a Roma dell’ultimo fumetto di Zerocalcalre, Salis torna a ripetere ciò che aveva destato tanto scalpore non molto tempo fa: “Sono una convinta abolizionista, nelle carceri ci sono più persone straniere perché costrette a commettere piccoli reati per tirare a campare. Cambiare questo modello razzista si può”.
Abolizione delle carceri, Salis chiede un cambio di passo: “Non è utopia una società senza carcere”
L’impegno politico di Ilaria Salis per l’abolizione delle carceri continua e oggi 21 settembre 2024 ha fatto tappa a Roma.
In occasione della presentazione al Parco Schuster dell’ultimo fumetto di Zerocalcare, “Questa notte non sarà breve”, l’eurodeputata di AVS è tornata su un argomento che considera importante non soltanto per il suo vissuto personale ma anche per perseguire quel senso di giustizia sociale che l’ha portata a candidarsi alle ultime Europee.
Agli inizi di settembre Salis si era lamentata sul suo profilo Facebook che in Italia l’approccio educativo e di reinserimento sociale che aveva caratterizzato tanti carceri (anche minorili) era stato progressivamente abbandonato per leggi e pene più lunghe e severe.
Da qui un susseguirsi di problematiche che per lo più ricadono sulle spalle dei detenuti:
Io ho visitato alcuni istituti penitenziari, ho visitato il carcere di San Vittore a Milano e il carcere di San Michele ad Alessandria: le cose che più mi sono saltate agli occhi sono un sovraffollamento incredibile (tanto che i detenuti non riescono ad alzarsi dalla branda durante il giorno), un uso smodato di psicofarmaci, difficoltà ad accedere a cure mediche, ad accedere alle misure alternative anche per i detenuti che ne avrebbero diritto, il personale perennemente sotto organico…
Nel dibattito politico l’emergenza carceri viene affrontata secondo un’impostazione securitaria, andando a toccare soltanto il quando ed il dove eseguire la condanna, ma quasi mai il come. Tutte le problematiche espresse da Salis sono state citate a vario titolo da molti politici dall’inizio del 2024, specie quando si ha notizia di un suicidio di un detenuto in carcere.
L’eurodeputata di AVS spiega poi il perché, secondo lei, si è arrivati a questa situazione: è il razzismo ed il classismo sistemici dell’ordinamento giuridico a causare tanta sofferenza nei detenuti. L’abolizione delle carceri (anche minorili) è una conseguenza di quando questi due tratti saranno cancellati dalla società:
Quello che per me risalta è questo carattere classista e razzista del carcere e sono due elementi intimamente legati, perché il razzismo è solo uno dei modi di perpetrare il dominio di una classe sull’altra. Io sono abolizionista e non è un’utopia secondo me puntare a raggiungere un traguardo del genere.
Una posizione, questa, che Angelo Bonelli (insieme a Nicola Fratoianni portavoce di AVS) si è trovato recentemente in qualche modo a dover spiegare: l’argomento è molto sensibile, specie in Italia, dove la tendenza generale è quella di chiedere di “sbattere le persone in galera e buttare via la chiave” (qualunque sia stato il reato commesso).
L’eurodeputata di AVS: “La maggioranza delle persone che sono dentro non sono pericolosi criminali”
L’assunto di Salis è quantomai chiaro: non si chiede di far finta che i reati commessi dai minori (ma anche da persone dai 18 anni in su) non debbano più esser sanzionati o puniti, ma con il passare del tempo si è persa la funzione rieducativa del carcere per una visione più punitiva e gretta.
Non bastano infatti le innumerevoli testimonianze di persone che, in regime carcerario, denunciano condizioni di vita inadeguate ad una funzione riabilitativa e di futuro reinserimento nella società, così come non vanno dimenticate i tanti casi di violenza da parte delle Forze dell’Ordine commessi negli ultimi anni.
Come trovare un punto di caduta che tenga conto delle esigenze di tutti? Difficile dirlo e sarà difficile anche che l’attuale governo intraprenda un qualche cambio di passo sull’argomento. Se le posizioni garantiste del Guardasigilli Carlo Nordio sono state talvolta tacitate all’interno della stessa maggioranza, l’ultimo Ddl Sicurezza introduce ulteriori reati che allungano potenzialmente la detenzione (ad esempio la resistenza passiva durante una rivolta carceraria).
L’eurodeputata di AVS ricorda come in tanti casi le persone che si trovano in carcere sono state condannate per reati contro il patrimonio e non contro la persona:
Il carcere non solo non assolve alla sua funzione di risolvere i conflitti della società ma crea altro carcere. I dati sulla recidiva parlano chiaro. E la maggior parte delle persone che sono in carcere non sono pericolosi criminali ma persone che si trovano lì per reati contro il patrimonio.
Il razzismo è un tratto talmente sistemico nella nostra società che spesso chi è straniero finisce più facilmente in carcere perché non ha le stesse opportunità degli altri e per tirare a campare è costretto a commettere qualche piccolo reato!