Dopo l’uscita su Netflix lo scorso 19 settembre 2024, le otto puntate della serie “Monsters” hanno generato un fiume di polemiche tra gli utenti sui vari social, tra cui Erik Menendez, protagonista della storia, nonché noto assassino, insieme a suo fratello Lyle. Il loro caso sconvolse l’opinione pubblica dell’America intera e non solo, avvenuto il 20 agosto del 1989 a Berverly Hills: i due ragazzi sono considerarti i responsabili dell’omicidio dei propri genitori, José e Kitty Menendez. Cosa sta succedendo sui social e che fine hanno fatto i due killer? Scopriamo gli ultimi aggiornamenti.

Erik Menendez contro la serie “Monsters”: “Solo bugie su me e mio fratello Lyle”

Erik Menendez è il minore dei due fratelli che hanno ispirato la serie targata Netflix “Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez” e, dopo l’uscita in streaming del prodotto firmato da Ryan Murphy, si è scagliato contro il regista, sollevando una polemica sui social.

L’idea di realizzare un prodotto destinato al piccolo schermo, che narra la storia dei due killer statunitensi, accusati di aver assassinato i propri genitori nel 1989, è nata in seguito al successo clamoroso di “Dahmer – Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer”. Ryan Murphy e Ian Brennan hanno riacceso i riflettori sulla sotira che sconvolse l’America intera, un fatto di cronaca realmente accaduto, intriso di violenze psicologiche e abusi fisici.

Dopo l’uscita della serie, il 19 settembre 2024, Erik Menendez, dall’account X della moglie, Tammi Menendez, avrebbe espresso la sua opinione in merito alla riuscita del prodotto, non tenendo nascosto il suo disappunto per la modalità scelta nella narrazione degli eventi che videro lui e suo fratello protagonisti. Sarebbero rappresentati in modo “fuorviante e disonesto”. L’uomo si sarebbe infastidito per l’insinuazione di una relazione incestuosa tra lui e Lyle, fatto inesistente nella realtà.

Erik Menendez tramite l’account X della moglie avrebbe scritto:

“Credevo che avessimo superato le bugie e le rovinose rappresentazioni del personaggio di Lyle, creando una caricatura di Lyle radicata nelle orribili e palesi bugie che dilagano nello show. Posso solo credere che siano state fatte di proposito. È con il cuore pesante che dico che credo che Ryan Murphy non possa essere così ingenuo e impreciso sui fatti della nostra vita da fare questo senza cattive intenzioni”.

E poi ha continuato:

“Mi rattrista sapere che la rappresentazione disonesta di Netflix delle tragedie che circondano il nostro crimine ha fatto fare alla verità dolorosa diversi passi indietro nel tempo fino a un’epoca in cui l’accusa ha costruito una narrazione su un sistema di credenze secondo cui i maschi non venivano abusati sessualmente e che gli uomini vivevano il trauma dello stupro in modo diverso dalle donne. Murphy ha dato forma alla sua orribile narrazione attraverso vili e terribili ritratti di Lyle e di me e avvilenti calunnie”.

Perché sui social è scoppiata la polemica sulla serie “Monsters”?

L’indignazione si è sparsa a macchia d’olio sui social: gli utenti avrebbero dato ragione e Erik Menendez, accusando il regista e lo sceneggiatore di “Monsters”, di aver offerto dinamiche fuorvianti la realtà. I due fratelli non avrebbero mai avuto alcun tipo di rapporto incestuoso tra di loro, anzi, sono stati vittima di molestie e violenze.

Gli otto episodi della serie avrebbero “riaperto i traumi subiti dai Erik e Lyle, tra cui abusi sessuali da parte del padre, José Menendez”. Questo è il genere di commento scritto da moltissime persone sui social, che pensano che gli autori di “Monsters” abbiano usato toni troppo sensazionalistici per raccontare la drammatica vicenda.

Che fine hanno fatto i fratelli Menendez?

Lyle ed Erik Menendez nel 1996 hanno ricevuto entrambi una condanna per l’omicidio dei loro genitori, José e Mary Louise “Kitty” Menendez. Ancora oggi si trovano in prigione: stanno scontando l’ergastolo presso il penitenziario del Richard J. Donovan Correctional Facility, nella contea a sud di San Diego, in California.

I due fratelli tutt’ora non possono vedersi, anche se dal 2018 si trovano nella stessa struttura. Erik lavora con i detenuti malati e disabili dell’unità in cui si trova. Ad entrambi è stata negata la possibilità di ricevere la libertà condizionale.

Il movente, secondo dichiarazioni, lettere e interviste rilasciate da Erik e Lyle, che li avrebbe spinti ad assassinare i genitori nella lussuosa villa di Beverly Hills alla fine degli anni Ottanta, risiederebbe negli abusi fisici e psicologici messi in atto da loro padre. Un caso che ancora oggi, a distanza di quasi quarant’anni, fa discutere l’opinione pubblica, tra chi vede i due fratelli come vittime e chi invece li reputa brutali assassini che si sono macchiati del sangue dei loro cari per approfittarsi dei vantaggi economici.