A due giorni dall’inizio del processo che lo vedrà imputato per l’omicidio pluriaggravato dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, consumatosi tra Vigonovo e Fossò, nel Veneziano, a novembre del 2023, Filippo Turetta torna a far parlare di sé. L’occasione è un video estratto dall’interrogatorio a cui fu sottoposto dagli inquirenti dopo l’arresto in Germania e l’estradizione, diffuso in esclusiva dalla trasmissione Quarto Grado nella puntata andata in onda ieri, 20 settembre 2024.
Cosa ha detto Filippo Turetta nell’interrogatorio sull’omicidio di Giulia Cecchettin
È il primo dicembre del 2023. Filippo Turetta, 22 anni ancora da compiere, siede davanti agli inquirenti in una stanza del carcere di Montorio Veronese, dove è stato portato dopo il suo arresto in Germania. Ha già confessato di essere il responsabile dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. E, con lo sguardo rivolto per la maggior parte del tempo verso terra, ripercorre nel dettaglio come sono andate le cose.
Spiega che la sera dell’11 novembre precedente, dopo essere stati al centro commerciale “Nave de Vero” di Marghera, lui e la 22enne si erano avviati verso casa della giovane, fermandosi in un parcheggio.
Era ancora presto e non volevamo salutarci ancora. Eravamo in macchina, stavamo parlando. Volevo darle un regalo – un peluche piccolo, marroncino, una ‘scimmietta mostriciattolo’ -, lei si è rifiutata di prenderlo. La cosa mi dava anche parecchio fastidio […], continuavo ad insistere per darglielo. E abbiamo iniziato a discutere,
racconta, spiegando che, in quel frangente, Giulia gli avrebbe chiesto di “farsi da parte”, di smetterla di farle regali e darle attenzioni. Sappiamo, dalle ricostruzioni, che lo aveva lasciato proprio per questo: per l’ossessione che lui provava nei suoi confronti.
Ero ancora troppo dipendente – dice ancora Turetta agli inquirenti -, troppo attaccato, troppo appiccicoso con lei. Aveva deciso che dovevamo ‘eliminare’ il nostro rapporto. Si stava sentendo con un altro ragazzo, Eric. Io le urlavo che non era giusto, avevo bisogno vitale di lei, del nostro rapporto.
La 22enne, come aveva confidato alle amiche, sperava invece di costruirsi una nuova vita. Nel giro di qualche giorno si sarebbe laureata, iniziando un percorso tutto nuovo, che l’avrebbe portata, forse, a realizzare il suo sogno di diventare un’illustratrice di libri per ragazzi.
Continuava a vedere l’ex solo per non ferirlo. Sembra che gli avesse consigliato addirittura di andare da uno psicologo per farsi visitare e aiutare a superare la cosa. In qualche occasione ne aveva avuto paura, ma non si aspettava, probabilmente, che sarebbe arrivato a tanto.
Nel processo a suo carico il 22enne rischia l’ergastolo
Quella sera, mentre erano in macchina, le cose precipitarono. Nel video il 22enne si sofferma su tutto: l’aggressione, le coltellate, i tentativi di Giulia di difendersi, urlando e chiedendo aiuto, scappando. Dettagli su cui non serve dilungarsi.
Nel processo a suo carico, che si aprirà il prossimo lunedì, 23 settembre, davanti alla Corte d’Assise, il giovane rischia ora il massimo della pena: l’ergastolo. È accusato, infatti, di omicidio volontario, sequestro di persona, occultamento di cadavere e porto d’armi continuato.
Secondo l’accusa, che gli contesta le aggravanti della premeditazione, della crudeltà ed efferatezza e dello stalking, prese di mira l’ex dopo averlo programmato – stilando una lista delle cose da fare prima di arrivare al loro appuntamento e durante -, con ferocia (75 i colpi riscontrati in sede d’autopsia sul corpo della vittima).
Il tutto dopo averla controllata e ricattata emotivamente, perché voleva essere libera di vivere la sua vita. L’avvocato Stefano Tigani, che insieme al collega Nicodemo Gentile assiste i familiari della giovane, aveva detto a Tag24: “Saremo parte civile: non faremo i forcaioli, ma chiederemo la pena giusta. Una pena congrua alla gravità del delitto”. L’obiettivo? Che sia fatta giustizia.